"Alex" <perceval_it_at_katamail.com> wrote in message
news:NDqoc.178473$hc5.7731600_at_news3.tin.it...
> Immaginiamo due poli di un generatore di corrente continua: ha senso
parlare
> di tensione anche anche a circuito aperto? Cio� al polo positivo, dove c'�
> l'eccesso di elettroni, questo eccesso c'� amnche a circuito aperto? Si
pu�
> considerare il polo positivo come un conduttore i equilibrio
elettrostatico
> con tutti gli elettroni in eccesso "immobili" e distribuiti (per Gauss)
alla
> sua superficie? Io credo di s�, poch� il generatore in realt� crea questo
> squilibrio di cariche a prescindere dalla chiusura del circuito. Poi
magari
> si operer� la differenza tra fem, ddp, resistenze interne al generatore,
> ecc, ma cmq ha senzo parlare di differnte potenziale elettrico dei due
> elettrodi.
Si', devi sempre considerare che i due fili, che arrivano alla presa di
casa, si comportano inevitabilmente come un condensatore da pochi pF per
metro. Qundi per stabilire una certa tensione tra di essi, il generatore ha
dovuto far circolare la carica necessaria. Trattandosi di corrente continua,
esaurito il transitorio, la corrente cessa, (a meno delle perdite attraverso
l'isolante).
>
> Passiamo ora alla corrente alternata. Ha senso, in riferimento alla fase,
(che cosa vuol dire fase in questo contesto? La "fase" nel senso di
conduttore caldo cioe' "non a terra" come il "neutro"?)
> dire che essa � - anche a circuito aperto - sottoposta ad un potenziale
> elettrico variabile? In questo caso, da un punto di vista particellare
credo
> che si possa dire che in realt� i conduttori che costituiscono la fase,
> anche a circuito aperto, sono sottoposti ad potenziale elettrico variabile
> nel tempo secondo una sinusoide. Insomma in questo caso il generatore
creer�
> prima un eccesso di elettroni e poi un difetto e tutto alla frequenza di
50
> Hz per la rete domestica. In questo caso per� non si pu� pensare ad una
> situazione di equilibrio elettrostatico e cos� mi sorgono due quesiti:
>
Beh, vista la bassissima frequenza possiamo ipotizzare una variazione
continua, ma per stati di equilibrio.
>
> - cosa accada realmente, da un punto di vista particellare diciamo
> nell'ultimo metro di "filo" dietro la mia presa elettrica? Sento dire ad
> alcuni che non sono fli elettroni che si muovono ma � il campo elettrico
che
> cambia, ecc ecc. Va benissimo, lo capisco. Ma di fatto se cambia il campo
> nel mio metro di file elettrico ecco che uno spostamento di cariche si
deve
> verificare. Il campo elettrico come fa a giungermi della stessa intensit�
> che ha all'origine? Insoma vorrei mettere assiem i due punti di vista:
> quello particellare e quello che fa uso del conceto di campo elettrico.
>
>
Il condensatore di cui sopra e' in questo caso continuamente
caricato/scaricato a ogni semionda, quindi circolo comunque una piccolissima
corrente.
>
> - se tutto quello che ho scritto sopra accade, allora gli elettroni si
> muoveranno velocemente sotto e sopra nel mio metro di filo (sempre a
> circuito aperto). Questo non produce calore per effeto joule?
>
Gli elettroni si muoveranno molto lentamente, almeno come moto medio lineare
che trasporta corrente. Tieni sempre presente che in un conduttore chi si
muove velocemente e' il campo, i portatori viaggiano adagio. Il fenomeno e'
simile a quello delle onde del mare: l'onda si propaga a velocita' ben
visibile, ma l'acqua praticamente resta li' dov'e' a meno dei piccoli
spostamenti, in questo caso, laterali.
Nel caso del conduttore di un circuito aperto sottoposto a c.a. gli
elettroni oscillano di pochissimo intorno a un punto medio (ti consiglierei
come utile esercizio di calcolare l'ordine di grandezza di questa
oscillazione) con frequenza uguale a quella di rete.
Le perdite dovute alla piccolissima corrente di cui sopra (proporzionali al
quadrato della corrente) saranno di conseguenza, come potrai facilmente
immaginare, amplissimamente trascurabili.
Saluti
Mino Saccone
Received on Fri May 14 2004 - 15:08:53 CEST
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