Re: Biennio specialistico

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Thu, 06 May 2004 22:05:56 +0200

Rita ha scritto:
> Sono una studentA di Fisica al terz'anno e notavo un certo
> sovraffollamento di aspiranti teorici nei corsi di laurea
> specialistica: sono di gran lunga di pi� che in ogni altro curriculum
> specialistico e suppongo che siano i pi� difficili da "assorbire" nel
> mondo del lavoro.
Non solo nel mondo del lavoro: anche nella ricerca.

> E' un problema - o fatto che io ritengo tale - della mia universit�,
> peraltro ben dotata di struttura prestigiose e collaborazioni
> internazionali in un sacco di campi della fisica sperimentale, o �
> cos� pi� o meno ovunque?
Questo non lo so, ma mi meraviglia un po', perche' mi pare che a Pisa
i teorici siano sempre stati una minoranza.
Non so se la situazione sia cambiata di recente: negli ultimi anni ho
seguito poco questi fenomeni, per ragioni anagrafiche...

> Mi piacerebbe conoscere la situazione altrove e in particolare
> indagarne le ragioni. Con i miei colleghi siamo solo arrivati alla
> conclusione che gli sperimentali con cui abbiamo avuto a che fare
> siano, didatticamente parlando, degli scalzacani: senz'altro ottimi
> scienziati ma, forse, meno padroni delle "basi" di quanto paiono i
> teorici, o troppo presi dai loro atomi per dedicarsi sufficientemente
> all'insegnamento. Non vorrei offendere nessuno, io parlo della mia
> esperienza.
Penso che in quello che dici ci sia qualcosa di vero, e cerco di
spiegare.
Premettendo che parlo in linea di larga massima, che lo spettro e'
continuo, ci sono innumerevoli varianti ed eccezioni...
Premetto anche che per "teorico" intendo qui quello che intendi tu,
per semplicita': e' ovvio che anche la fisica dei solidi, l'ottica
quantistica, la cosmologia ecc. hanno entrambi gli aspetti.
Senza parlare della computazione quantistica, che per ora e' quasi
esclusivamente teorica...

1. Perche' uno (una :) ) sceglie di fare il teorico?
Possono esserci piu' ragioni, ma la principale e' ovviamente che
privilegia gli aspetti "fondamentali" della fisica: i grandi principi,
le unificazioni, ecc.
Ragioni secondarie: il disgusto per lo "sporcarsi le mani" con gli
esperimenti; la passione per la matematica (non sono pochi i teorici
che poi diventano matematici).
Quindi un teorico e' gia' naturalmente inclinato a dedicarsi a "capire
piu' a fondo le cose".
2. Non di rado (ma non sempre) e' lo stesso lavoro di ricerca che
ti richiede di andare piu' a fondo.
3. Il lavoro teorico e' meno assillato da vincoli temporali e
organizzativi: turni di macchina, strumenti e materiali che arrivano o
non arrivano, necessita' di ottenere risultati che giustifichino il
costo dell'esperimento...

Per lo sperimentale e' ovviamente un po' il rovescio, da tutti i punti
di vista. Pero' bada bene che c'e' anche sperimentale e sperimentale:
alcuni settori di ricerca sono estremamente stressanti: penso a tutti
quelli che hanno a che fare con grandi macchine, quindi viaggi fuori
sede, grandi collaborazioni...
E' ovvio che un serio lavoro didattico e' poco compatibile con questo
tipo di lavoro, e infatti nella mia carriera ho visto casi addirittura
scandalosi: gente che di fatto era titolare di un corso che non teneva
mai, e quando arrivava a fare lezione difficilmente aveva avuto tempo
di prepararsi.

Un'altra differenza deriva dal fatto che molto lavoro sperimentale (non
tutto, pero') si fa in gruppi numerosi o anche immensi.
Ma anche nei gruppi relativamente piccoli, e' utile avere collaboratori
non di grande levatura purche' affidabili.
Nel nostro sistema universitario (non so in altri) l'unico modo di
averli e' di inserirli nella normale carriera, e quindi anche loro
pian piano saliranno, avranno i loro corsi, cattedre...
Che a essere schietti non avrebbero mai dovuto occupare, perche' sono
al disopra del loro livello di competenza.

Il lavoro del teorico spesso e' solitario, ma anche quando e' condotto
in collaborazione lo e' di solito "tra pari": non hai bisogno dello
scagnozzo che capisce poco ma ti serve solo per far girare un
computer...
Il che non vuol dire che in alcune frange della ricerca teorica questo
non possa accadere...

> ...
> L'idea di Teorica � molto affascinante, ma credo sia un grosso rischio
> a causa del sovrappopolamento di cui parlavo precedentemente... se poi
> nemmeno si � grandi teorici, le possibilit� di una carriera da
> ricercatrice sono poche. O no? O anche la fisica teorica ha bisogno di
> gente umile che passi "una vita da mediano"?
Il paragone della "vita da mediano" forse non e' appropriato.
Il mediano della canzone (mi vergogno a dirlo, ma non ricordo di chi
e': sono troppo vecchio :) ) e' uno che non raggiunge la gloria della
"punta", perche' costruisce le azioni da goal che poi realizza un
altro. Oppure ferma le azioni avversarie, favorisce i contropiede, ecc.
Insomma: fa il gioco di squadra.

Un teorico che non sia "grande" puo' avere posto, senza far parte di
una squadra?
La risposta sta nei fatti, visto che per definizione i "grandi" sono
pochissimi...
Specialmente oggi, che siamo tanti, quelli di cui restera' il nome
nella storia della fisica sono una frazione minima. Il che non vuol
dire che gli altri rubano lo stipendio.
Esiste una quantita' di ricerca non di punta ma utile: sviluppo di
cose gia' note in settori un po' diversi; applicazione di metodi
generali a casi particolari; studio di problemi dei quali si sa che non
frutteranno il Nobel, e quindi vengono lasciati un po' da parte...
Per tutti questi aspetti e' molto importante per un giovane avere una
buona guida, ossia persone esperte che sanno suggerire problemi utili
e accessibili.

Rita ha scritto:
> Io credo di avere RELATIVAMENTE chiari in testa i temi di ricerca
> correnti, il fatto � che vorrei fare TUTTO! Insomma, mi dispiacerebbe
> non sapere nulla o quasi di teoria dei campi, non sapere nulla o quasi
> di stato solido, di particelle, di relativit� (accidenti, di
> relativit�!), di elettronica, di cosmologia, di computazione, di... E'
> dura compiere delle scelte :) Voglio dire: potrei fare teorica e
> riuscire a metterci in mezzo quasi tutto, in fondo; ma a chi
> gioverebbe? Al momento della tesi sarebbero ca**i (credo).
Ti capisco ;-)
Ma non ti consiglierei una tesi enciclopedica.
Tieni invece presente che la vita e' lunga, e che il tempo per imparare
altre cose non ti manchera', a condizione che non ti lasci trascinare
dal demone della superspecializzazione.

Pero' ora mi viene uno scrupolo: non ti staro' dando un cattivo
consiglio?
Perche' se hai letto miei interventi passati saprai come la penso: a
me questo eclettismo e' sempre piaciuto e l'ho praticato, ma a mie
spese: non ha certo giovato a una rapida carriera ne' ad acquisire una
posizione di potere.

> Mi sembra s� poco frequentata [...] e pur tuttavia mi sembra quella
> pi� "in" dal punto di vista del mondo del lavoro, insomma mi pare
> chiaro in soldoni che all'attuale governo, per fare un esempio, non
> importi un accidente della ricerca di base ma che ci sia pi� spinta
> verso le nanotecnologie e affini - vedi l'IIT, anche se ROTFL!
Se il problema fosse l'attuale governo, possiamo sempre sperare che non
duri in eterno (e ci ho fatto pure la rima :-)) ).

Comunque, per finire in modo piu' ottimistico su questo argomento, non
dimenticare che se hai stoffa e ti fai una buona preparazione *in
qualsiasi campo* puoi sempre cambiare Paese.
Ti faccio l'esempio di un ragazzo che ha fatto la tesi con me qualche
anno fa, su un argomento che piu' astratto non si puo' (calcolo di
Regge: sai che cos'e'?).
Non e' un genio CCC, come dici tu, e per lui qui non ci sarebe stato
posto; ma ora sta facendo il PhD in cosmologia in USA, e mi ha tanto
l'aria che ci restera'.

> E' vero, probabilmente io nel mio immaginario ho sempre mitizzato
> troppo la figura del Fisico Teorico CCC...
Il problema e' che da questo punto di vista gia' la seconda meta' del
secolo scorso non e' stata pari alla prima.
Mancano i teorici del genere che dici, o la difficolta' e'
strutturale, ossia inerente allo sviluppo che la fisica ha preso?
Saperlo...

> ...
> (una legge le "dispense" del prof. Fabri sull'insegnamento della RG o
> della MQ nelle scuole e ditemi voi se pu� non venire voglia di
> insegnare)
E' probabilmente fuori netiquette che io ti risponda su questo punto,
ma c'e' una buona ragione che credo mi giustifichi.
Un giudizio elogiativo fa sempre piacere, ma il tuo e' speciale per
come lo descrivi. Quello che scrivo farebbe a tuo parere "venire
voglia di insegnare".
Probabilmente lo sai: oggi il mestiere dell'insegnante a tutti i
livelli e' assai svalutato, spec. tra i giovani. Percio' se il mio
lavoro contribuisce a rivalutarlo, ne sono veramente felice.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Thu May 06 2004 - 22:05:56 CEST

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