dariohp2000_at_gmail.com
> Salve, mi è stato chiesto dove avevo trovato la formula per la
> curvatura spaziotempo provocato da una massa. Non riuscivo a
> ricordare...poi ho trovato un scritto di Elio Fabri in cui c'è la
> stessa formula:
>
> https://wiki.sagredo.eu/doku.php/curvatura_dello_spazio-tempo
>
> precisamente la formula n.9
Uhm, qui c'è bisogno di mettere in chiaro anzitutto una certa
confusione che satai facendo sulle fonti.
Premetto che la formula di cui parliamo mi era suonata piuttosto
familiare, in quanto si trova pari pari in
http://www.sagredo.eu/Q16/lez10.pdf
Invece tu indichi un link diverso, che non solo non ho scritto io, ma
neppure conoscevo.
Bastava un briciolo di attenzione per dire le cose giuste: in fondo a
quella pagina si legge
"wiki.sagredo.eu by Roberto Puzzanghera".
Mentre all'inizio c'è una finestra che dice:
"Questa pagina riprende la lezione 10 del libro di E. Fabri 'Insegnare
Relatività nel XXI secolo', al fine di semplificare gli aspetti
matematici e rendere accessibile l'argomento ai miei studenti della
scuola secondaria superiore."
Si dà il caso che io conosca Roberto (non di persona, ma via internet)
perché a lui devo la disponibilità di uno spazio sul dominio
sagredo.eu dove lui ha ospitato alcune mie mailing list.
E mi ha anche fornito un aiuto prezioso per gli aspetti tecnici di
gestione.
Invece non abbiamo mai parlato di fisica, e - come ho già detto - non
sapevo di quelle sue pagine.
Non mi pare il caso di dire qui dei pregi e difetti che ci ho trovato
a una lettura veloce.
Basta il fatto, che Roberto ha dichiarato apertamente, che si tratta
di un suo adattamento di idee mie che sono accessibili a tutti al sito
che ho dato sopra.
> Probabilmente non ho capito un cavolo (anzi togliamo il probabilmente).
Questa è l'unica cosa giusta che trovo nel tuo post :-)
> Il raggio di azione della gravità a differenza delle altre forze
> fondamentali, si estende all'infinito.
Su questo sei già stato giustamente criticato, e non aggiungo altro.
> Poi trovo la formula (9) che mi calcola il raggio di curvatura dello
> spaziotempo creato da una massa.
Qui ti posso parzialmente giustificare: se tu fossi andato alla fonte
originaria, avresti trovato un discorso più ampio (non so se l'avresti
capito, però).
In un mio post precedente avevo scritto:
> Quel valore si riferisce (suppongo) alla superfice terrestre. Ma la
> formula che citi più avanti la puoi applicare a qualunque distanza.
> Scommettiamo che c'era scritto?
In effetti non c'è scritto, e in realtà non c'è scritto in modo
esplicito neanche nel mio Q16.
Però ci voleva poco a chiedersi: se mi metto in un punto più distante
dal centro della Terra, il ragionamento vale ancora?
Se vale, che risultato dà?
Avresti trovato che il ragionamento vale, e la formula resta la stessa.
Quindi il "raggio di curvatura" aumenta come r^(3/2).
> Dire curvatura dello spazio tempo = gravità è corretto?
NO.
Anche se qui posso parzialmente assolverti, perché lo si trova scritto
spesso.
Forse sotto c'è un equivoco, derivante da due diversi significati che
ha in italiano la parola "gravità".
Secondo il primo significato, stiamo parlando del *fenomeno* gravità,
di quell'insieme di fatti che siamo soliti raccogliere in un certo
capitolo della fisica: appunto la gravità.
In questo significato l'asserzione "Einstein interpreta la gravità
come curvatura dello spazio-tempo" è accettabile.
Poi c'è il secondo significato: la gravità come forza, con una precisa
legge.
In quest'accezione òa frase scrita sopra è sbagliata: in RG la forza
di gravità è una forza apparente, la cui presenza denuncia che ci
siamo messi in un rif. non inerziale (nel senso di Einstein, che è
diverso da quello di Newton).
E' sempre possibile far scomparire la forza di gravità, semplicemente
mettendosi in un rif. in caduita libera.
Invece la curvatura dello spazio-tempo, in quanto fatto geometrico, non
dipende dal rif.: è *intrinseca.*
In termini matematici più sofisticati, la forza di gravità ha a che
fare coi *coeff. di connessione*, che non essendo un tensore possono
essere nulli in un rif. e non nulli in un altro.
Invece la curvatura si esprime col tensore di Riemann, che in quanto
tensore o è nullo (sp.-tempo piatto) o non lo è (sp.-tempo curvo):
questo resta vero in qualunque rif.
In termini fisici, la curvatura dello sp.-tempo si misura come *forza
di marea*: è la presenza di una forza di marea che mostra fisicamente
la curvatura dello sp.-tempo.
Detto tutto questo, ciò che scrivi dopo e non sto a citare è un
completo fraintendimento: la curvatura *non è* un limite.
Al contrario, è una proprietà strettamente *locale*: si parla di
curvatura *in un punto* di una varietà. La curvatura di regola varia
da un punto a un altro.
> Poi ho visto la formula (9) che da un <limite> e questo mi ha messo
> in crisi.
E chi te l'ha detto che dà un limite? Lì non c'è scritto!
> Praticamente non ho capito nulla come al solito.
Come al solito...
La mia impressione è che tu legga molto superficialmente, una frase
qua, una là: il modo sicuro per non capire niente.
Inoltre non è facile trovare un'esposizione al tempo stesso
accessibile e affidabile.
L'argomento può essere esposto in modo elementare (amesso di saperlo
fare); ma questo non lo fa diventare semplice.
Tutti tendono a credere che le difficoltà siano matematiche, ma io non
faccio altro che insistere, da più decenni, che le cose non stanno
così: le vere difficoltà sono *fisiche*.
Comunque chi vuol capire qualcosa deve *studiare*, non leggere. Spero
ti sia chiara la differenza.
Purtroppo sono molti quelli che vorrebero fare, come si divceva una
volta, le nozze coi fichi secchi, ossia raggiungere risultati di
soddisfazione con poco sforzo.
E molti di quelli che scrivono, conoscendo i propri polli, tendono ad
accontentarli: sovrasemplificando col forte rischio di travisare le
cose quando non dicendo semplicemente cose sbagliate.
per tutte queste ragioni non mi sento di consigliarti il mio Q16, che
non segue questa corrente e del resto è stato scritto avendo in mente
come destinatari gli insegnanti molto più che gli studenti.
Puoi provare a sfogliarlo, solo per vedere che c'è pochissima
matematica, ma - ripeto ancora - ciò nn significa che sia semplice.
Inftti secondo me dei molti insegnanti che dovrebbbero averlo letto,
temo che pochi lo abbiano capito.
Mi dispiace, ma qui casca a fagiolo una frase attribuita a Einstein
(chissà se è vero):
"Things should be made as simple as possible, but no simpler"
Ho ben chiaro che di te non so niente, quindi potrei sbagliare.
Se il 2000 nel tuo indirizzo e-mail è la data di nascita, avresti 20
anni.
Questo mi ha fatto venire in mente una frase di Paul Nizan, che un
tempo era molto citata ma da un po' mi sembra scomparsa.
Cercala: comincia "avevo vent'anni".
E' stata scritta quasi un secolo fa e se non altro serve a capire che
il disagio di avere 20 anni non è cosa vera soltanto oggi...
Se non hai vent'anni, come non detto :-)
--
Elio Fabri
Received on Wed Jun 17 2020 - 18:25:21 CEST