Cambiare settore [Was: Re: Per Elio Fabri]
"vladivostok" <vladivostok0_at_yahoo.it> wrote in message
news:c4pl88$lsr$1_at_news.newsland.it...
> Vedo poi in giro colleghi relativamente giovani che hanno fatto strada
> impegnandosi in modo totalmente monotematico. Chi devia, e' "fregato".
Non so se posso in effetti dire qualcosa a riguardo. Io lavoro in un
settore, la microscopia elettronica, che di base e' tutto tranne
monotematico. Ho avuto modo di spaziare considerevolmente, rimanendo pero'
nell'ambito della cosiddetta fisica della materia. Per quanto mi riguarda,
cambiare significherebbe ad esempio passare ad un'altra branca della fisica,
mettiamo particelle. In effetti, ne rimarrei assolutamente spiazzato, e
probabilmente ne seguirebbe un periodo di quasi totale inattivita' di
qualche anno, il tempo necessario per studiare, appropriarmi delle
metodologie opportune, e cosi' via. La conclusione pare, come hai
sommariamente riassunto, che effettivamente chi devia e' "fregato".
Probabilmente nel caso di una posizione accademica, come ha detto Elio, si
hanno piu' possibilita' di cambiare settore. Ad esempio, l'opportunita' di
cambiare la materia di insegnamento, non e' certo qualcosa che il puro
ricercatore (intendo, colui che non accosta ricerca e didattica) ha
facilmente.
Ho sottomesso recentemente un piccolo (si fa per dire...in usa e' definito
"piccolo" quello che in italia magari sarebbe un progetto su larga scala)
research proposal all'ente che finanzia il laboratorio in cui lavoro. Ho
riflettuto, durante la stesura, di quello che mi piacerebbe fare. Mi sono
lanciato, mentalmente, in grandi progetti di fisica fondamentale e in sogni
scientifici di vario tipo. Pero' poi mi sono reso conto che, seppure in
teoria non ci sarebbe nulla che mi vieta di presentare un progetto di
ricerca in un campo che non e' il mio, in pratica nessuno mi finanziera' mai
se non presento un minimo di curriculum capace di supportare il progetto che
propongo. Quindi, il problema non e' solo concettuale, di liberta' del
ricercatore nel fare quello che vuole. E' anche pratico e, tutto sommato,
comprensibile: perche' si dovrebbe finanziare il progetto di un ricercatore
non del settore, piuttosto di un'altro che ha lavorato nel settore a lungo?
Il risultato e' che la specializzazione paga. Probabilmente solo i grandi
possono davvero permettersi di cambiare settore. Cinicamente, e tristemente,
mi sentirei di condividere chi raccomanda, dopo la laurea e dopo il
dottorato, una sempre maggiore specializzazione. Quel ritratto del fisico
specializzato come "uno che sa tanto, in un campo sempre piu' ristretto",
piuttosto dell'idea un po' romantica dello scienziato come "uno che sa un
po' di tutto". Peraltro, quest'ultima idea in italia e' rappresentata da un
certo AZ, e non direi con risultati positivi.
Per inciso, non so quanto giovane sei, ma se mi passano il proposal e vuoi
cambiare settore...potro' permettermi di pagare un post-doc per due anni ;-)
Bye
Hyper
Received on Mon Apr 05 2004 - 17:09:04 CEST
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