>Qualcuno mi contesti, per favore, la conclusione cui si giunge alla fine
>del seguente ragionamento.
Leggo solo ora il thread, e noto che sta morendo. Mi scusino i molti
del ng che non hanno in simpatia questo genere di discorsi, ma lo
resuscito un attimo :-)
>Assumiamo che la traiettoria rettilinea sia la pi� semplice.
Ok, lo prendo come primo assioma.
>1 - essere fermo (in un sistema di riferimento dato) � pi� semplice che
>essere in moto.
Non puo' avere a che fare con il nostro problema, visto che stiamo
parlando di "dinamico", e pertanto indipendente dal sistema di
riferimento. Se intendi con esser fermo "rimanere il piu' possibile
vicino allo stato d'inerzia", e' chiaro che questo assioma corrisponde
al problema intero.
>2 - uno � pi� semplice di due e due di tre
Accettabile
>3 - non variare � pi� semplice che variare
Accettabile
>allora la risposta � univoca:
>"Il modo pi� semplice di variare della direzione orientata di un vettore
>applicato ad un punto inizialmente fermo � la rotazione del medesimo, con
>modulo sempre costante, su di un piano a velocit� angolare costante".
Non ne vedo il motivo, o non ho capito il problema.
Vediamo se ho capito. Tu in pratica dici:
Ho una particella in stato di inerzia (ferma o in moto, e' identico),
e quello lo prendo come moto piu' semplice.
Qual'e' il secondo moto piu' semplice, utilizzando solo i punti 2 e 3.
Mi sembra chiaro non ci sia risposta.
Tu dai come soluzione una forza fissa che ruota (quindi con modulo
fisso e direzione variabile). In che modo, usando il punto 2 e 3,
questa e' piu' semplice di una forza di modulo variabile e direzione
fissa?
Prendiamo, se vogliamo misurare la complessita' della variazione, una
variazione del modulo complessa "quanto" la variazione di direzione
che usi tu, quindi una variazione sinusoidale.
PS:
Se vuoi un parere, mi sembra che tu abbia lavorato troppo con le
cicloidi, e tendi, chiaramente, a trovare migliaia di "sconcertanti"
coincidenze :-) Ma sempre di coincidenze si tratta.
Tempo fa mi dedicai, a tempo perso, ai numeri perfetti. Ci sono testi
interi sulle coincidenze correlate ai numeri perfetti. Ma se si passa
a prendere le coincidenze come prove che ci sia qualcosa di diverso,
di "piu'", allora si esce dal piano fisico.
Fai molti sforzi per proporre la tua teoria. Tempo fa sfogliai il tuo
sito (rapidamente, non ho molto tempo) e mi e' parso sicuramente ben
riflettuto, ma ci sono molte formule e pochi numeri.
IMO l'unica cosa che dovresti fare e' prendere un problema i cui dati
sperimentali non rientrano nelle previsioni, dimostrare che nella tua
teoria i dati sperimentali tornano (quantitativamente, non
qualitativamente), andare (tu, fisicamente e non per email) da un
gruppo di ricerca che studia il problema e portargli i tuoi dati,
insieme alla tua teoria.
--
-Thanatos-
HatTrick: bobon123 - Djiins, V.167
Membro del Club dei Mille, Tessera #017
Experienced Manager dell'Italian Hattrick Newsgroup Federation
Studente nell'Universita' Italiana Hattrick
Received on Tue Apr 06 2004 - 18:41:59 CEST