vladivostok ha scritto:
> Arrivo alla domanda: vedi differenze riguardo cio' rispetto ad una
> volta nel mondo della ricerca, o anche allora era cosi' e tu sei
> "semplicemente" stato fortunato e/o estremamente bravo ?
E' un tantino imbarazzante vedersi intitolato un thread...
E forse e' anche contrario alla netiquette.
Pero' il tentativo di Hypermars di cambiare non ha avuto successo, per
cui rispondero' anche a lui sotto questo thread ... eponimo :)
Il cambiamento piu' evidente rispetto a "una volta" (ce ne sono
parecchi) direi sia nel numero.
Ai miei tempi (ma guardate un po' a che cosa sono ridotto :) ) i
fisici erano molti di meno: pensate che a Roma quando ero studente
c'erano circa 20 studenti di fisica al primo anno, e io non ero tra
quelli. Al quarto anno arrivammo in nove.
Invece le matricole d'ingegneria erano gia' piu' vicine a 1000 che a
500.
Anche qualche anno dopo, quando arrivai a Pisa, i numeri dei fisici
non erano molto maggiori (pero' Pisa come universita' aveva assai
meno studenti di Roma).
Questo vuol dire che fisica era uno studio di elite, la selezione era
fatta a monte, o al massimo al biennio.
Percio' per chi restava la carriera era un po' piu' facile. Non
garantita, ma prevedibile.
Z0 ha scritto:
> Adesso forza col flame war, dite pure che non e' vero e che viviamo
> nel migliore dei mondi possibili. Che una volta tutto era piu'
> difficile. Ho bisogno di ridere.
Questo non te lo dira' nessuno, ma neppure mi sento di darti ragione al
100%.
C'e' qualche parte di verita', ma non e' tutto cosi'. Non tutti sono
figli di papa' o raccomandati, anche se col passare degli anni ho
visto piu' spesso dei figli seguire la carriera dei padri.
Questo non significa affatto che siano asini protetti: gia' il fatto
di avere padri (e qualcuno anche madre) in un certo ambiente li mette
in una posizione di vantaggio culturale.
Anche la questione dello sfruttamento andrebbe discussa meglio.
Intanto varia a seconda dell'attivita': sempre restando tra i fisici,
puo' essere piu' presente tra gli sperimentali, mentre un teorico di
regola e' molto piu' indipendente.
Poi ci sarebbero diversi altri aspetti, che mi limito a elencare
telegraficamente.
In un grosso gruppo di ricerca non e' possibile e non e' necessario
che tutti siano di prima classe. Il problema e' di avere carriere
dignitose anche per persone utili e serie ma non di alto livello. Oggi
questo non esiste.
L'estrema quantita' di specializzazioni, e la conseguente difficolta'
di fare confronti. Cosi' ci si riduce al numero di pubblicazioni, da
cui "publish or perish".
La necessita' di prevedere uscite laterali per chi non ce la fa. Non
si puo' pretendere di dare il posto fisso a tutti, ma non va meppure
che al di fuori degli enti di ricerca e universita' ci sia il vuoto.
Questo e' un problema strutturale, del sistema-paese: in termini
brutali, sto dicendo che la nostra struttura economica/produttiva non
si puo' permettere cosi' tanti ricercatori.
Hypermars ha scritto:
> Probabilmente nel caso di una posizione accademica, come ha detto
> Elio, si hanno piu' possibilita' di cambiare settore. Ad esempio,
> l'opportunita' di cambiare la materia di insegnamento, non e' certo
> qualcosa che il puro ricercatore (intendo, colui che non accosta
> ricerca e didattica) ha facilmente.
Guarda che questa possibilita' non e' affatto scontata...
Almeno dove io lavoro, la tendenza e' l'opposto: conosco persone che
stanno abbarbicate allo stesso corso da 30 anni.
Poi gli insegnamenti sono ripartiti per sottosettori di ricerca: di
fatto sono dei feudi. Io con questo mi sono scontrato piu' volte, e
specialmente negli ultimi anni ho visto un'estrema rigidita'.
Valter Moretti ha scritto:
> Un caso non fa la media, pero' io ho cambiato un po'nella mia
> carriera, almeno ambiente: fisica teorica delle particielle -> fisica
> teorica della gravita'-> fisica nucleare -> geometria differenziale
> ->fisica matematica) e non sono rimasto fregato: alla fine sono
> diventato ricercatore. Non ho nemmeno parenti altolocati e nemmeno
> accademici anzi l'unico laureato in famiglia prima di me era mio
> padre... e in lettere.
Io ho fatto cambiamenti anche piu' radicali, ma non li sto a descrivere
perche' mi pare basti avere il thread intitolato a me :-)
Quanto ai parenti, tra i miei ascendenti il massimo era una sorella
di mio padre (incidentalmente, morta un mese prima di compiere 100
anni: razza sabina) che era maestra.
Ci saranno stati dei geni favorevoli, ma nient'altro.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Wed Apr 07 2004 - 20:52:30 CEST
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