Wakinian Tanka ha scritto:
> Non sarebbe stato male specificare che la stanza "è in equilibrio
> termico" e dare un range per pressione e temperatura T: se T < 0 la
> vedo dura far evaporare l'acqua ...
A differenza di come sembri pensarla tu, per me "il sistema è in
equilibrio termico" significa esattamente "la temperatura è la stessa
dappertutto nel sistema".
V. anche più avanti.
Io vedo dura avere T<0, se come credo sia convenzione universale, con
T maiuscola s'intende la temp. *assoluta*.
> Ma il fatto che sia uniforme in tutti i punti non assicura che vi sia
> equilibrio termico.
Sospetto che tu identifichi eq. termico ed eq. termodinamico. Invece
sono cose diverse.
Ti faccio un esempio terra terra.
Hai il solito recipiente diviso in due parti da una parete rigida e
isolante.
Nella parte A c'è un gas, per es. N2, a data temp. e pressione. Nella
parte B un gas diverso, per es. O2, a temp. e pressione diverse da A,
supponiamo entrambe minori.
Siamo certamente d'accordo che il sistema complessivo non è in
equilibrio da nessu punto di vista. La situazione si può mantenere
perché le due parti sono isolate tra loro.
Supponiamo che nella parete di separazione ci sia un piccolo foro con
un rubinetto.
Apro il rubinetto e aspetto un po' (non tanto, spiego subito).
Un po' del gas A passa in B, finché la pressione diventa la stessa
dalle due parti.
Questo accade abbastanza rapidamente; più rapidamente di altri
processi che ora esaminiamo.
A questo puto abbiamo ottenuto l'eq. *idrostatico*.
La temperatura potrà subire variazioni durante il transitorio, ma si
uniformerà abbastanza presto in A e anche in B: restando però diversa
tra le due parti.
Anche la composizione resta diversa: in A c'è solo il gas A, mentre in
B c'è anche un po' di A, però prevalentemente in vicinanza del foro.
Prima che la composizione si uniformizzi in tutto B occorre che si
sviluppi un'ampia diffusione, che è un processo molto lento.
Quindi dopo il primo transitorio abbiamo equilibrio idrostatico, ma non
termico né chimico.
In seguito la diffusione nei due recipienti e la conduzione termica
porteranno all'equilibrio termico e chimico (non so quale dei due sia
più veloce) di ciascuna parte separatamente, ma non dell'intero
sistema.
Questo si raggiungerà molto più lentamente, a causa della piccolezza
del foro.
E solo dopo questo lungo tempo avremo che nelle due parti ci saranno
due miscele, alla stessa pressione e anche temperatura, le stesse
ovunque. Inoltre anche la compisizione delle miscele sarà la stessa
ovunque.
Solo a questo punto potremo parlare di eq. *termodinamico*.
> Si: l'acqua liquida assorbe energia interna dalla stanza e/o da se
> stessa per evaporare.
Questa è proprio bella! Assorbire en. interna da se stessa :-D
Sembra il barone di Muenchhausen, quello che essendo caduto nelle
sabbie mobili si tirò fuori tirandosi per le stringhe degli stivali.
(Da qui nasce il termine "bootstrapping.")
In modo più complicato che nel mio esempio, l'acqua che avapore ha
bisogno di energia e la prende a quella che rimane liquida, in un modo
automatico: le molecole che lasciano il liquido sono quelle che si
trovano a essere vicine alla superficie e ad avere (causa fluttuazione)
un'en. cinetica maggiore della media.
Restano indietro quelle più lente, e per questo la temp. del liquido si
abbassa.
Ma la diff. di temperatura con l'ambiente viene colmata poco dopo:
l'ambiente cede calore al liquido finché si portano alla stessa
temperatura, che sarà minore da quella iniziale.
--
Elio Fabri
F
Received on Wed Aug 05 2020 - 21:45:13 CEST