Re: Motori in violazione della quantità di moto
Premesso che sono d'accordo con quanto hanno scritto Bruno Cocciaro e
Jena100, aggiungerei qualche considerazione di altro tipo.
Nel discutere la possibilita' di fenomeni, apparati, effetti, che
contraddirebbero la cons. della q. di moto, o dell'energia, o simili,
bisogna sempre tener presente che non stiamo parlando in astratto di
ipotesi particolari, che potrebbero essere giuste come sbagliate:
stiamo parlando di leggi generali sulle quali si basa la costruzione
(ormai secolare) di tutta la fisica.
Riesce quindi difficile, specialmente quando si resta in un ambito di
fenomeni gia' ampiamente conosciuti e studiati, accettare che da
qualche parte si possa essere nascosta una "eccezione alla regola".
Voglio dire che se ci fosse una non validita' per la conservazione,
poniamo della q. di moto, e' assai assai improbabile che questa si
manifesti solo in casi particolarissimi, ma che non si distinguono per
niente di speciale da altri ben conosciuti.
Ossia non in casi estremi, come accade con le altissime velocita' (per
la relativita' ristretta) o in campi gravitazionali molto intensi
(per la RG). Ma invece per aggeggi fatti di masse, molle, bobine,
antenne, ecc.: cose di cui ne esistono milioni nel mondo, e che non
hanno mai mostrato niente di strano.
Inoltre la struttura teorica della fisica e' "stretta": con questo
voglio dire che non e' facile toccarla in un punto senza che questo
abbia conseguenze in altri innumerevoli punti.
Per questo il paragone con la biologia e' improprio: sebbene anche in
biologia si parli di leggi e di teorie, non a caso la fisica viene
chiamata una scienza "dura". Proprio perche' qui le leggi hanno
carattere assai piu' rigido e generale, e le teorie hanno un apparato
matematico che lega insieme innumerevoli fatti e fenomeni.
Naturalmente mi rendo conto che chi di queste cose ha una conoscenza
superficiale possa in perfetta buona fede (non tutti sono in buona
fede, pero'...) pensare che una violazione di leggi ben stabilite sia
sempre possibile un domani...
In termini ipotetici nessuno dice di no, ma credo che nessun fisico
sia disposto a scommetterci neppure la punta dell'unghia del dito
mignolo.
Sappiamo tutti che ci dovranno essere prima o poi delle novita', che
si scopriranno violazioni di leggi e principi, che si dovra' rimettere
mano a teorie che fino ad ora reggono benissimo; ma possiamo
scommettere invece anche quanto abbiamo di piu' prezioso che questo
non sara' il risultato delle fantasie degli "inventori" che sappiamo.
Occorreranno invece esperimenti raffinati e complessi, in campi assai
assai lontani dall'esperienza comune, e insieme un sofisitcato lavoro
teorico per interpretare gli esperimenti...
Insomma, non puo' che essere mestiere per professionisti. Mi dispiace
per chi si sente escluso, ma questa e' la realta' delle cose.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Thu Mar 04 2004 - 21:12:22 CET
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