Re: Generare un singolo fotone

From: luciano buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Wed, 04 Feb 2004 12:21:24 +0100

Paolo Russo ha scritto:

> [luciano buggio:]
> >Infatti, con Franco, credo, e nemmeno a lui risultava che si potesse
> >parlare di di effetto tunnel per i fotoni, mentre gli autori in questione
> >(e non sono i soli) s� (e per loro lo specchio dielettrico a pi� strati �
> >un'esemplificazione della classica situazione dell'effetto tunnel.
> >Ci� che non capisco � questo disaccordo tra i fisici su una questione cos�
> >basilare.

> Sui nudi fatti penso che i fisici concordino. Possono magari
> non concordare sul chiamare nello stesso modo due effetti
> simili.
Non sono d'accordo. Qui non si tratta di termini, ma della teoria che
sottost� i due "effetti simili".
Per le particelle massive si invoca l'effetto tunnel (con tutti i problemi
di "non localit�", di "azione a distanza", e soprattutto di insufficienza,
classicamente parlando, dell'energia). Per i fotoni no.
Il termne "effetto tunnel" sottintende un preciso quadro teorico. Gli
autori dell'articolo in questione lo vedono anche nella trasmisione di
fotoni attraverso la loro barriera a pi� strati (parlano di fotoni che
"prendono a prestito l'energia mancante per passare", ecc..)
Il disaccordo � sostanziale.
(cut)

> >Io conseguentemente proponevo che un effetto tunnel si avesse, mutatis
> >mutandis, anche nel caso del superamento dell'interfaccia di un mezzo
> >parzialmente riflettente (una lastra di vetro), ma la proposta, al solito,
> >e stata bocciata..

> La MQ spiega gia` cosa succede ai fotoni in una lastra di
> vetro, senza barriere di potenziale.
Gli autori in questione non sarebbero d'accordo con questa affermazione.
Tra una situazione in cui si ha un'unica interfaccia (vetro-vuoto, o tra
due mezzi di diverso indice), ed una in cui se ne hanno pi� d'una in
successione (come nell specchio dielettrico a pi� strati) non c'�, mi
paare, differenza di principio.
Ora ma MQ (la QED) spiega la trasmissione parziale non in termini di
superamento di una barriera di potenziale (collocata al livello
dell'interfaccia), ma con uno scattering che coinvolge tutto il corpo del
mezzo, tutti i suoi atomi ed elettroni (vedi vecchia discussione con Fabri
sull'argomento), teoria, questa, in cui l'effetto tunnel non figura per
nulla.
Credo che lo stesso quadro teorico, per la QED, debba essere quindi
applicato alla barriera a pi� strati.
Quindi anche qui emerge un disaccordo sostanziale.
Di fatto non si � voluto recepire il mio suggerimento, che porterebbe ad
una interessante unificazione, di considerare semplicemente l'interfaccia
tra mezzi diversi come una barriera, anche perch� nessuno capisce (mi
perdoni Fabri, lo dico nel senso di Feynman) questo coinvolgimento di
tutto il corpo del materiale riflettente, ove l'interfaccia altro non �
che un ente geometrico, e non una regione con determinate caratteristiche
fisiche di campo.


> >Quindi il pacchetto trasmesso � pi� piccolo: Ci� significa che
> >l'informnazione sulla posizione del fotone � migliore.

> Per la precisione, nella mia simulazione il pacchetto e`
> molto piu' basso (cioe` piu' debole) e appena un pelino piu'
> corto nel verso di propagazione.
Allora non ci siamo: se � solo un pelino pi� corto vuol dire che alla mia
domanda avresti dovuto rispondere che non vi � aprezzabile accorciamento
del pacchetto nella trasmissione. Io ti avevo chiesto se ti fosse
risultato quanto gli autori affermano, cio� che la parte trasmessa e la
parte riflessa sono pacchetti pi� piccoli di quella incidente, laddove si
intende (almeno cos� io ho inteso) che la riduzione avviene in ragione del
coefficiente di trasmissione. Voglio dire che per gli autori, essendo la
riflettivit� del 99%, la lunghezza del pacchetto trasmesso e del
apcchetto riflesso sono rispoettivamente l'1% ed il 99% di quello
incidente.

(cut)
> >Ne conseguirebbe per il P. di I. che si perde informazione sull'energia
> >dei fotoni trasmessi.

> Non necessariamente. Il P. di I. da` solo un limite. Non ogni
> pacchetto gaussiano si avvicina a quel limite. Basta pensare
> alla dispersione: un pacchetto tipico tende ad allargarsi
> spazialmente con il passare del tempo,

Mi risulta che questo avviene se il pacchetto viaggia nel mezzo (mi pare
che parliamo di fotoni): ti risuta che avvenga anche nel vuoto?
(cut)
> >Siccome non mi pare che sia cos� (i fotoni trasmessi hanno la stessa
> >energia di quelli riflessi e di quelli incidneti, meno localizzati perch�
> >espressi da una campana pi� larga)

> Non proprio. Nell'effetto tunnel, ogni frequenza (e quindi
> energia) nello spettro del pacchetto ha un coefficiente di
> trasmissione diverso. Cosi' a occhio, le frequenze alte
> dovrebbero passare di piu'.
Ammettiamolo:
Ma il problema era quello dell'incertezza dell'energia, non della sua
variazione. Credo che un'aumento dell'energia al ricevitore sia, almeno
tericametne per quanto ti mi dici, accertabile quanto una invarianza,
quindi non perderemmo informazione su di essa con l'acquisto di maggior
certeza sulla posizione.
In ogni modo, tornando al problema posto, mi pare che i tuoi clcoli
teorici non confermino l'ipotesi (o quel che sia) di un effettivo (e non
trascurabile, o compatibile con l'elastiocit� del P. di I. cui sopra
accennavi) accoriciamento del pacchetto, che si trova inq quell'articolo.
Ciao.
Luciano Buggio

> Ciao
> Paolo Russo


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Received on Wed Feb 04 2004 - 12:21:24 CET

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