Paolo Cavallo ha scritto:
> ...
> Sono insegnante in un liceo, e trovo che le osservazioni
> dell'articolo siano estremamente calzanti. Nella percezione
> pubblica, un laureato in Fisica fa l'insegnante o il premio
> Nobel. La presenza concreta dei fisici nel mondo del lavoro
> e della produzione resta praticamente impercettibile.
>
> Ho deciso perci� di provare a raccogliere delle storie di
> successo lavorativo, anche parziale, di fisici al di fuori
> dell'Universit� o della scuola.
> Invito chiunque possa aiutarmi a contattarmi personalmente
> o sul ng. Se qualcuno di voi fa il fisico in un contesto
> come quello che ho indicato, o conosce qualcuno che si
> trova in questa condizione, per favore, mi scriva.
> ...
La tua mi sembra un'ottima idea.
E' da tempo che lamento una carenza della scuola secondaria da quesot
punto di vista: dare una visione degli studi universitari, sia nel
loro contenuto e caratteristiche specifiche, sia negli sviluppi in
campo lavorativo.
Mi rendo conto che non e' per niente semplice, e mi pare che l'idea di
procedere per via di esempi possa essere una soluzione.
Per quanto mi riguarda personalmente, non posso darti molti esempi:
forse uno solo, ma interessante. Te ne parlero' scrivendoti in privato.
Quanto al contenuto dell'articolo, anche a me sembra centrato, ma con
una riserva: non so (forse nessuno sa) come evolvera' la situazione
italiana dopo la recente riforma, e l'eventuale ri-riforma di cui si
parla.
Il carattere del fisico che esce dalle nostre universita' potrebbe
cambiare, anche profondamente. Cambieranno di conseguenza le
prospettive di lavoro? In meglio? In peggio?
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Tue Jan 20 2004 - 20:29:08 CET
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