Re: Filosofia della scienza

From: Thanatos <ad1114_at_jumpy.it>
Date: Wed, 07 Jan 2004 01:17:48 GMT

>Sai qual'� il problema osservato nelle varie discussioni-fiume che per me
>pu� essere il nucleo del discorso? Io accetto le teorie fisiche per quello
>che sono, meri modellini matematici (con i controc***i, per carit�) che
>descrivono con un certo grado di bont� una certa gamma di fenomeni. Tu, e
>non solo tu, in virt� di questo voler introdurre la filosofia parti a spron
>battuto a fare riflessioni gratuite da questi modelli.

Non amo ripetermi, ma visto che hai risposto a tutti meno che a me
(non che avessi fatto una riflessione particolarmente profonda), provo
a chiarire il mio pensiero.

Cio' che dici e' parzialmente esatto, e ricalca molto bene l'idea di
fisica che si usa in determinate branche piu' sperimentali. Se io devo
studiare un circuito, sicuramente utilizzo un fit e vedo come variano
i valori, e se la curva e' un esponenziale provo a vedere motivazioni
matematiche che mettono tale dato (specifico) in accordo col modello
generale.

E ok, tutti daccordo.

Quando la matematica si fa piu' raffinata, entrano in gioco strutture
logiche fondamentali, teoria dei gruppi, teoremi geometrici,
difficilmente confutabili xche' basati sugli assiomi simili (se non in
molti casi uguali) a quelli su cui si fonda la logica (e quindi il
pensiero).

Quando si parla della velocita' della luce, come nell'altro thread, si
puo' dare una dimostrazione del dato sperimentale solo a partire da
assumere veri il principio di microcasualita' (principio logico) e la
simmetria CPT (principio fisico) o le equazioni di Maxwell, o uno dei
molti altri teoremi fondamentali.

Si arriva quindi ad un legame. Trovo un dato sperimentale, e ne ho
"gratuitamente" un altro. Il verificarne uno verifica l'altro.

E' a questo punto che dicevo che entra in scena l'uomo che e' dietro
il fisico. Non si puo' non pensare, da esseri umani, che vi sia un
motivo. Perche' la forza di gravita' e' inversamente proporzionale al
quadrato della distanza? Potrei fare un fit, potrei dire che e' cosi'
e basta. Ma non e' connaturato nell'uomo scoprire che l'esponente, tra
tutti i numeri reali, e' proprio -2 e non porsi ulteriori domande.

Pensandoci, si puo' ad esempio valutare che la potenza 2 e' correlata
con la superificie di una sfera. Il ragionamento prende il posto del
dato sperimentale, la matematica prende il posto delle impressioni, la
mente si appaga.

A priori, senza processo induttivo, l'uomo non avrebbe mai potuto
intuire qual'era il giusto rapporto, una volta ottenuta la risposta
trova la strada deduttiva che porta ad essa.

Come diceva Bacone "Lo scienziato non deve comportarsi n� come una
formica (che raccoglie tutto ci� che trova senza un criterio logico),
n� come un ragno (che tesse la tela traendo da se stesso e non dal
mondo esterno il filo), ma piuttosto come un'ape che seleziona i fiori
migliori da cui trarre il nettare che trasformer� in miele."

Odio citare, ma a volte dobbiamo porci sulle spalle dei giganti del
passato (acc, ho citato di nuovo, ma alcuni pensatori sono talmente
grandi che non me ne rammarico)

Vi e' anche un problema pratico. Generalizzare solo a partire dai dati
sperimentali e' veramente difficile. Pensa ad un circuito elettrico.
Fai un fit, e ottieni un risultato, ma senza ricavarne una teoria.
Prova ad immaginare il costo, in risorse umane (per non parlare della
noia) che causerebbe il generalizzare da questo delle regole
(puramente induttive) che funzionino per qualsiasi circuito, senza
teorizzare il concetto di campo, la conservazione della carica, etc
etc. E senza le teorizzazioni, come si sarebbe mai potuto ideare da
li' un transistor a giunzione npn?
Come dice Popper (ops... ;-):
"Gi� Kant vide con estrema chiarezza che la storia della scienza ha
confutato quell'idea del metodo - che � un dogma infondato - stando
alla quale noi dovremmo partire dalle osservazioni e derivare poi da
esse le nostre teorie. In realt�, facciamo qualcos'altro: partiamo da
un problema, con l'aiuto di un'ipotesi. � questo - io credo - il punto
decisivo."
[http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp?d=78]

Come si arriva a tali ipotesi se non con la deduzione, a partire dalle
precedenti osservazioni, di una teoria generale da verificare?

Un processo deduttivo e' quindi anche indispensabile, a livello
puramente _pratico_, per ottenere dei dati realmente generali in tempi
umani.

>E a me il tuo
>approccio sembra sbagliato.

Questo lo avevo capito anche senza che me lo spiegassi :-)

-- 
-Thanatos-
HatTrick: bobon123 - Djiins, V.167
Membro del Club dei Mille, Tessera #017
Received on Wed Jan 07 2004 - 02:17:48 CET

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