Re: Molla

From: Riccardo Maffei <riccardoww_at_tiscalinet.it>
Date: Thu, 27 Nov 2003 14:38:32 +0100

> Che cosa avresti contro una fotografia, per esempio?
> ------------------------------
> Elio Fabri
> Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
> ------------------------------

Intanto La ringrazio per la risposta.

Per quanto riguarda la molla di massa zero sono d'accordo (non potrei non
esserlo), ma quando usiamo la relazione della molla
ideale F=-kx dove x � lo spostamento non diciamo nulla se ha massa o no.
La F � semplicemente la forza che sviluppa la molla su... qualche oggetto .
Non c'� nessun riferimento alla massa della molla.
E se la molla si allunga , per esempio, c'� un motivo.
F=0 non vuol dire che la forza non esiste.
Certamente facciamo prima a dire che ha massa nulla ed allora � vero che se
F � applicata alla molla, segue che da F=ma .......
Comunque non � importante dal momento che massa=0 o massa infinita non sono
casi reali.
E grazie per il caso delle palline in serie...
Se le mettiamo in serie e tutte hanno la stessa costante elastica k, al
tendere di m ad infinito .. � equivalente ad una molla
di massa infinita e k=0 (mi pare. Non vorrei sbagliarmi.... vado a ricordo).

Vengo alla macchina fotografica.
>Che cosa avresti contro una fotografia, per esempio?

Diciamo che la macchina fotografica qualche tempo fa non c'era. Mi pare un
ottimo motivo :).
Per� il concetto in s� va bene. In effetti x(t) � una fotografia ..., ma
istantanea (concettualmente).
Ma in pratica le cose non vanno cos�. La macchina fotografica usa la luce.
Usa un intervallo di tempo dt che non � infinitesimo ecc..
Potremmo usare il suono per fare una cosa analoga, ma la mia difficolt�
rimane.
Forse quello che voglio dire � difficile a dirsi in poco tempo e con questo
mezzo di comunicazione (internet).
In pratica � vero che dobbiamo usare uno strumento per poter fare delle
misure.
Ma lo strumento ha , per cos� dire, delle caratteristiche, delle propriet�.
Per esempio la propriet� di rilevare (o emettere) un suono, una luce o
qualche cosa d'altro.
La caratteristica di essere - visibile- � (a mio parere) un punto delicato.
Se non si vede un oggetto possiamo dire che non c'�? (ovvio che no!!)

Mi si potrebbe rispondere che la Fisica � una scienza sperimentale e quindi
diciamo che avanza per approssimazioni.
Ma oltre alle esperienze facciamo anche della teoria , proprio per avere un
quadro della situazione il pi� generale possibile.
Anche se Teoria ed esperienze non sono separate. Per� � anche vero che
l'esperienza � venuta prima della teoria.
(Tuttavia si pu� teorizzare lo stesso, anche se spesso inutilmente.)
L'Uomo ha 'visto' prima di misurare.
L'Uomo ha usato la luce per poter vedere e misurare.
Oggi sappiamo che la velocit� della luce � finita e costante , ma 'prima'
non lo sapevamo, eppure si facevano delle misure.
Probabilmente le misure (di posizione per esempio) avevano un senso proprio
grazie al fatto che la velocit� della luce �
altissima rispetto alle velocit� degli oggetti comuni.
Sto parlando di misure dinamiche, cio� di oggetti in movimento. La misura
statica � pi� semplice, anche di comprensione.

Insomma se il laser spedisse qualcosa a velocit� infinita tutto sarebbe
quasi perfetto.
Non sto facendo fisica nel senso stretto.
Cerco di arrivare alla formulazione di concetti che possano spiegare certi
fatti che ci sembrano del tutto normali.
Quando ho proposto per la prima volta il problema , qualcuno ha proposto di
usare il laser, il teodolite, ecc.
Evidentemente non mi sono spiegato bene.
Per� alla domanda: perch� usi il laser? Non si sa rispondere.

Allora vediamo se riesco a spiegarmi bene.
Supponiamo che mi trovi sull'asse x nella posizione O.
M sia la massa di un oggetto che si trova a destra nella posizione x(t) da
determinare.
Supponiamo che la velocit� di M sia verso O.
All'istante t=0 da O , parte una particella di massa m e velocit� vm
(supponiamola costante) verso M .
Quando si incontrano si urtano, ma in un modo particolare.
Ossia faccio le ipotesi:
1) che la massa m inverta semplicemente la velocit� .
2) non alteri il moto di M.[non altera nemmeno me stesso che mi trovo in O]
Quindi la particella m ritorna in O dopo un tempo t.
Allora se d � la distanza tra M e m , abbiamo 2d = vm*t e quindi dalla
conoscenza di t , ricaviamo d.
Qualunque sia la velocit� di M.
E qualunque sia la velocit� di m (anche se � preferibile vm>vM in modulo).
In un punto sicuramente si incontrano, a meno che non ci siano ... salti.
Ma se postuliamo la continuit� del movimento......
Questa situazione (le due ipotesi) la possiamo pensare (in pratica)
imponendo che la massa m sia piccolissima rispetto alla massa M.
Ma se non sappiamo M allora l'ideale � che sia m = 0.

Nella situazione in cui M abbia velocit� opposta ,bisogna che la velocit�
di m sia pi� alta della velocit� di M ( vm>>vM).
Di nuovo, se non sappiamo vM , la cosa migliore � che sia vm infinita.Ma non
� necessario.
Mi pare chiaro allora che se esiste una velocit� finita (e a questo punto
costante), non superabile da nessun oggetto
e che non influenzi il moto degli oggetti sia la cosa migliore.

Mi Perdoni la mia (lunga) divagazione, ma la cosa mi appassiona.
La ringrazio per la Sua eventuale pazienza per leggermi.
Saluti da Riccardo
Received on Thu Nov 27 2003 - 14:38:32 CET

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