Il 24/09/2020 17:12, El Filibustero ha scritto:
...
> IMHO "realmente casuali" e' un nonsenso. La casualita' di un fenomeno
> non e' una qualita' oggettiva (avente quindi una valenza di realta'),
> ma dipendente dal soggetto che, osservandolo, non riesce a individuare
> in esso una relazione deterministica.
Non concordo, ma siamo nel campo delle opinioni
(che io sappia, le teorie basate su variabili
nascoste sono ampiamente minoritarie in Fisica).
IMHO la probabilità di De Finetti serve più che altro
nelle scienze sociali, in cui si riconoscono fenomeni
che accadono una tantum (e quindi non si potrebbe
applicare loro una definizione ad es. frequentista):
mi sembra sensato che a una persona si chieda quanto
sarebbe disposta a scommettere sulla rielezione di D.Trump, poco sensato
che le si chieda quanto sarebbe disposta a scommettere sul decadimento
spontaneo di un dato
nucleo in un dato intervallo di tempo, dato che
allora è possibile ripetere l'esperimento in
condizioni controllate e ricavare stime oggettive
e non soggettive della probabilità, e oggi magari
anche calcolarla a priori con una opportuna teoria.
> In altri termini, se un algoritmo per pseudocasuali produce risultati
> tali che non esiste test in grado di distinguerli da quelli di un
> generatore hardware, non ha senso parlare di casualita' di diversa
> specie. Ciao
Secondo me la differenza sta nel fatto che la conoscenza
dell'algoritmo e delle condizioni iniziali del processo
permette di fare previsioni deterministiche, possibilità
che è preclusa nello studio di un fenomeno intrinsecamente
casuale (come sperimentalmente risulta per molti
fenomeni descritti in MQ).
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
(mail non letta)
Received on Thu Sep 24 2020 - 18:05:25 CEST