Bruno Cocciaro wrote:
> Cioe', se ben interpreto il pensiero di Einstein:
> anche solo per poter parlare di spazio e di tempo (per costruire una
> geometria) abbiamo bisogno dei corpi rigidi (e degli orologi); allo stato
> attuale dello sviluppo della fisica atomica non siamo in grado di dire cosa
> sia un corpo rigido (dobbiamo trattarlo come "elemento irriducibile" anche
> se e' chiaro che corpi rigidi (e orologi) sono "immagini composte"). Essendo
> la geometria una disciplina fisica, cioe' "pratica", essendo cioe' il
> concetto di spazio ricondotto al concetto di corpo rigido, allora la
> geometria non si puo' applicare su scale microscopiche dove non e' affatto
> detto che la definizione di corpo rigido potra' essere estesa (una volta che
> tale definizione verra' trovata, cioe' una volta che le conoscenze di fisica
> atomica ci permettaranno di dare una descrizione teoricamente soddisfacente
> della "immagine composta" che, per il momento, siamo costretti a trattare
> come "elemento irriducibile"). Puo' darsi che, cosi' come e' successo al
> concetto di temperatura, anche il concetto di spazio (e tempo) si rivelera'
> poco appropriato per gli enti della fisica microscopica.
> A me pare che il "puo' darsi che" potrebbe sostituirsi con un "e' altamente
> probabile che sia, in quanto non abbiamo alcun motivo per credere che". Per
> la legge di Hook, una volta osservata sperimentalmente la sua validita' in
> un certo ambito, non diciamo che "puo' darsi" che applicando alla molla una
> forza di 10^10 Newton non si abbia un allungamento di 10^10 metri, diciamo
> "e' altamente improbabile, o almeno, non abbiamo nessun motivo per
> crederlo".
Ciao.
E'vero che i concetti di spazio e tempo nascono come proprieta' dei
corpi rigidi e degli orologi ideali, ma e' chiaro che non si puo'
assumere un punto di vista cosi' riduttivo dal pensare che
lo spazio ed il tempo non abbiano senso quando non si puo'costruire
materialmente un corpo rigido o un orologio. Si parla benissimo di
distanze interatomiche anche se non ci sono righelli di quelle
dimensioni. E'chiaro che e' necessario per fare cio' un'estensione
operativa del concetto di distanza spaziale e temporale che faccia uso
di altri strumenti che non siano il metro e l'orologio...
tutto questo e' ben noto e c'e' un bel libro di Toraldo Di Francia e
dalla Chiara che si intitola "le teorie fisiche" (Boringhieri) dove si
occupano del problema sollevato e di molto altro...
Io mi riferivo invece ad altre cose un po' diverse ed un po' piu'
specifiche.
In particolare a questioni connesse al cosiddetto processo di collasso
della funzione d'onda. Quando si considerano sistemi a piu' di un
costituente, quello che accade nei processi di misura, sembra che non
possa essere descritto in maniera chiara e completa nello spaziotempo
e che lo spaziotempo, gli eventi, siano enti essenzialmente macroscopici
ottenuti "dopo" il "collasso della funzione d'onda" ...
Ciao, Valter
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Valter Moretti
Faculty of Science
Department of Mathematics
University of Trento
Italy
http://www.science.unitn.it/~moretti/homeE.html
Received on Tue Nov 11 2003 - 15:30:53 CET