Re: diffrazione da elettroni
luciano buggio ha scritto:
> Questi sono i ragionamenti che preferisco:-). Ci avevo pensato
> anch'io. Far fare allo schermo stesso la parte del rilevatore della
> fessura attraverso cui la particella � passata, semplicemente
> collocaandolo alla distanza dalle fenditure, dietro di esse, a cui di
> solito si piazza il rilevatore per sapere da che parte la particella �
> passata, distruggendo cos� l'interferenza.
RIVELATORE!!!
> Devi visualizzare due diedri (se le fessure sono due tratti rettilinei
> paralleli collocati ad una certa sistanza tra loro, che sono i due
> ventagli della diffrazione da ciascuna delle fenditure.
> ...
> Dalla distanza critica in poi vedrai le righe formarsi nella regione
> della sovrapposizione delle due campaane (delle sezioni parallele allo
> schermo dei due diedri), regione che si allarga, fino a coprire la
> somma della due Campaane, con l'allontanamento dello schermo dalle
> fenditure.
Cominciamo col dire che non c'e' una solgia netta, ma una transizione
graduale.
> Fino alla distranza critica potrai dire da quel delle due fenditure
> sono via via passate le particelle, ma da quel momento in poi non
> saprai a quale delle due fessure attribuire i puntolini che si saranno
> formati nella regione che si va centralmente formando, quella con le
> righe.
Vero, ma insisto che la cosa avviene gradualmente
> Mentre tu allontani progressivamente lo schermo dalle fenditure, ad un
> certo momento la particella di turno "sa" che tu hai collocato lo
> schermo oltre la distanza critica, e, se decide di diffrangersi verso
> l'interno (verso il centro della figura), con un certo angolo, smette
> di passare rigorosamente per una sola delle due fenditure, cominciando
> ad "interagire con se stessa", cosa che non faceva fino a quel
> momento.
> Bah!
Se tu invece di fare "bah!" ti curassi di leggere qualcosa e di
capirla, non diresti certe cose.
Il punto e' che se ti metti vicino alle fenditure, delle due ampiezze
relative al passaggio della particella per una delle fenditure per
arrivare a quel dato punto, solo una ha valore apprezzabile, mentre
l'altra e' piccolissima. E' per questo che se riveli la particella in
quel punto, puoi dire da quale fenditura e' passata.
Se invece lo schermo e' lontano, le due ampiezze sono confrontabili, e
la probabilita' di rivelare la particella in quel punto l'ottieni
sommando prima le ampiezze, il che da' luogo agli effetti
d'interferenza.
Si puo' trattare la questione in modo formalmente accurato, e mostrare
che le due osservabili: "particella e' passata attraverso la fenditura
A" e "la particella e' arrivata nel punto P" sono compatibili quando
lo schermo e' vicino, mentre diventano sempre piu' incompatibii quando
lo allontani.
Se poi questo non ti riesce di digerirlo, ci sono tanti preparati
adatti in farmacia :-))
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Mon Nov 10 2003 - 20:58:18 CET
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