Re: Le maree, Lucio Russo e Odifreddi

From: Gianmarco Bramanti <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Wed, 05 Nov 2003 13:27:00 GMT

Il 04 Nov 2003, 21:09, Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> ha scritto:
> Gianmarco Bramanti ha scritto:
> > Nella ricostruzione dell'illustre padovano l'idea
> > centrale di Seleuco sarebbe stata che la rotazione
> > ...
> Io non ho capito praticamente niente di quello che hai scritto...
> Spiegami almeno questo: chi e' l'illustre padovano?
> ------------------------------
> Elio Fabri
> Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
> ------------------------------


Lucio Russo: padovano per adozione, � veneziano per
nascita. Gran parte dei documenti su cui si base per la
ricostruzione del lavoro di G.G. si basano su
carteggi di gente dell'ambiente accademico
padovano (Paolo Sarpi in particolare, anche lui
veneziano). Per questi, che erano aristotelici
ma aperti ad un confronto critico (Paolo Sarpi
risulta che avesse fatto valere il suo prestigio
per far avere una cattedra a Giordano Bruno a Padova,
del quale aveva avuto notizie di prima mano da amici
d'inghilterra, dove Bruno si trovava con ruoli diplomatici,
risulta poi che Bruno rifiut� con un certo sdegno e
mostrando non poco dispregio verso l'ambiente padovano).
Lo stesso Sarpi fu molto amico di Galileo Galilei.

Alcune delle teorie elleniche sul flusso ed il riflusso dei mari, portate
avanti dalle osservazioni di Eratostene, quando era direttore della
biblioteca di Alessandria, insieme con
il perfezionamento dello studio delle coniche aveva portato
gli alessandrini ad elaborare una teoria eliocentrica che
sembrava meglio accordarsi con il livello raggiunto dalle
osservazioni. La restaurazione tolemaica fu per� piuttosto decisa. Di questa
fiammata di acume residu� qualche frammento riportato circa le teorie di
Seleuco. Convinto eliocentrista, dotato di una posizione privilegiata per
osservare il fenomeno dei flussi e riflussi: l'oceano indiano, dove i flussi
risultavano pi� pronunciati che sull'atlantico (mettendo insieme questi
fatti, Eratostene aveva
ipotizzato che esistesse un continente fra l'asia e l'europa
capace di render conto di una soluzione di continuit� fra
oceano indiano ed atlantico).

Del pensiero di Seleuco rimasero confusi e
vari commenti da parte dei pi� vari studiosi, alcuni dei
quali facevano riferimento all'accademia di Platone.
Di questi commenti era oggetto la discussione fra vari
studiosi europei del tempo di G.G., alcuni di questi, fra
cui anche Paolo Sarpi, si ponevano il problema di cosa
avesse voluto intender mai quel Seleuco.
[che sia Simplicio?].

Riguardo a quel che si trova seguendo Newton
riassumiamo:

la luna e la terra ruotano intorno ad un centro
comune con velocit� angolare O che vale circa
sqrt(G M_T /r^3). La posizione del centro di rotazione
� distante circa (m/M_T)r_TL dal centro della terra. Dove
r � la distanza terra luna ed M_T la massa terrestre.
Ho approssimato la massa ridotta con la massa della
luna. Si tratta dell'un per cento della distanza
terra luna (circa 384400 Km) quindi trovo circa
3000 Km. Intorno a cui trovo O = 2.66 e-6 (s^(-1)).
Che d� un periodo di circa 27 giorni, usando
G=6.7 e(-11) e M_T=6*10^24. (quindi la precisione che
avr� sul numero finale sar� dell'un per cento).

Tutto questo serve se uno vuole calcolare i dati che
Seleuco poteva avere presenti nella costruzione del
suo modello.

Da un punto di vista moderno l'effetto antipodale
pu� essere spiegato in un riferimento strettamente
inerziale come composizione dell'accelerazione di
gravit� da parte della terra con l'accelerazione di
gravit� da parte della luna e sottraendo poi
l'accelerazione del centro della terra per effetto
della rotazione intorno al sole. Otteniamo in
questo modo le accelerazioni relative dei corpi
rispetto al centro della terra.

Questa accelerazione (quella del centro
della terra) si somma, per il caso di luna allo zenith,
si sottrae per il caso di luna al nadir, mentre
l'accelerazione lunare si sottrae per luna allo zenith
e si somma per luna al nadir.

Quello che conta sono dunque i due numeri:

g - Gm/(r-r_t)^2 + Gm/(r)^2 (luna allo zenith)
g + Gm/(r+r_t)^2 - Gm/(r)^2 (luna al nadir)

(che puoi sviluppare in modo che l'effetto
approssimativo risulta g+2Gm*r_t/r^3 tanto
allo zenith quanto al nadir)

dove r_t � il raggio terrestre ed m la massa
lunare mentre r � sempre la distanza terra luna
(misurata quindi dal centro della terra al
centro della luna).

Se la risostruzione di Lucio Russo � corretta,
la ricostruzione di Seleuco era invece basata
sull'idea che la terra, a causa della rotazione
terra-luna, non si muove su un orbita
ellittica, ma ruota intorno ad un punto che sta
sul un orbita ellittica con periodo corrispondente
a quello lunare, (si trattava di una congettura
evidentemente basata sulle correzioni del modello
tolemaico nei calcoli astronomici) ed aggiungeva a
questo effetto l'attrazione della luna. Da un punto
di vista moderno questa spiegazione � consistente e
porta, ad una descrizione in un sistema non inerziale
di un moto lungo una cicloide, e a ben riflettere era
il meglio che si potesse fare con gli strumenti
osservativi del tempo (senza cannocchiale).

Nulla che potesse soddisfare l'esigenza di rigore di
Galileo Galilei o di Newton ed i fatti noti ad
entrambi, tuttavia Lucio Russo ricostruisce che la teoria seleuchiana di cui
Galileo Galilei venne a conoscenza era
basata su un testo molto alterato e per questo ne rimase profondamente
interdetto e confermato nel suo pregiudizio
sulle lacune nel metodo scientifico dei greci, da queste
convinzioni mosse i suoi primi passi verso una nuova
costruzione deduttiva basata su dati pi� moderni e
fidandosi della propria ragione, pervenendo tuttavia
ad una teoria sbagliata. A questo errore rimedi�
Newton.

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Received on Wed Nov 05 2003 - 14:27:00 CET

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