Re: La matematica per il fisico teorico
andrea francinelli ha scritto:
> ...
> Io sono convinto che un ragazzo di 16 anni, con un'adeguata
> preparazione alle spalle e con un valido supporto didattico (sia
> "umano": leggasi: professori preparati e motivati, che "materiale" -
> leggasi: "libri fatti bene"), possa benissimo affrontare i fondamenti
> dell'Analisi I e della Meccanica, per poi arrivare a 17-18 anni all'
> Analisi II, la Chimica, la Termodinamica e l'Elettrodinamica.
Vorrei risponderti su questo punto specifico, e poi su un altro
collegato.
Su quello che dici sono molto meno ottimista di te, per diverse
ragioni.
1. Non credo che questo sia vero per un 16-enne medio. Per alcuni
particolarmente dotati senz'altro. Ma per l amedia esistono problemi
di maturazione al pensiero astratto, che costituiscono scoglio
insormontabile per cose anche piu' semplici.
2. Come dato di fatto, oggi la preparazione (cosa diversa dalla
maturazione di cui ho parlato sopra) lascia moltissimo a desiderare.
Non so se hai qualche esperienza in proosito; io si', ed e' tragica...
Si potrebbe migliorare? In teoria si', ma significherebbe cambiare
radicalmente non tanto la scuola, quano la concezione che ne ha il
nostro cittadino medio :-(
3. Gli insegnanti: preparati e motivati, tu dici. Quanti sono? Quanti
potrebbero essere, nel migliore dei mondi possibili?
E questo mi porta al secondo punto
> (a scanso di equivoci - non ho intenzione di fare un "J'accuse" alla
> Scuola Superiore o a quelle persone che vi operano: il motivo del
> malvagio impiego del tempo e' soprattutto dovuto a vecchi programmi,
> burocrazie, mancanza di soldi - anche -, e certamente anche a qualche
> docente incompetente o demotivato. A questo proposito, la
> demotivazione degli insegnanti che si trasforma in vera e propria
> patologia professionale documentata da certi studi, ho letto un
> interessante articolo su "L'Espresso" di due settimane fa)
Guarda, io difendo gli insegnanti tutte le volte che mi capita, ma non
posso chiudere gli occhi di fronte alla realta'.
C'e' la demotivazione, ma c'e' anche un deficit di preparazione medio.
Si salvano alcuni, ma non possiamo far conto su pochi per fondare una
scuola diversa.
Secondo me esiste un banale problema quantitativo.
Avrai probabimente letto sull'"Espresso" il seguito, ossia
l'intervista a Galimberti. Costui batte da anni il tasto
sull'impreparazione, sopratutto psicologica piu' che disciplianre,
degli insegnanti. In quell'intervista dipinge il suo professore
modello, e chi non vorrebbe che fossero cosi'?
Ma c'e un ma... Quanti sono gli insegnanti secondari in Italia?
Sicuramente molti piu' di 100.000.
E' mai possibile sperare che siano tutti caratterialmente adatti al
mestiere, motivati, ben preparati?
In quale altro mestiere altrettanto numeroso questo succede?
I medici sono sicuramente di meno, eppure accanto a persone degni di
ogni elogio ne troviamo di incompetenti, scorretti moralmente, ecc.
ecc. E' fisiologico, dato il numero.
Lo stesso si deve dire degli insegnanti.
Senza contare che se fossero come Galimberti li desidera, e se fossero
pagati quanto meritano, dove andremmo a prendere i soldi?
Pertanto qualsiasi modello di scuola che si fondi su qualita'
statisticamente irraggiungibili nella classe docente, non puo' che
essere un'utopia.
Una cosa dovremmo urgentemente imparare dagli anglosassoni: a essere
piu' pragmatici. Invece qui ci si perde in chiacchiere...
L'ultima trovata e' il "portfolio" dello studente :-<
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Wed Oct 15 2003 - 20:57:51 CEST
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