Pangloss ha scritto:
> E' roba di oltre mezzo secolo fa (la qualita' del video e' quella
> che e'), ma IMHO continua ad essere un capolavoro didattico sul tema
> che ti interessa. Vedi caso la versione italiana del film si avvalse
> della collaborazione di un certo Prof. Elio Fabri. ;-)
Solo qualche precisazione, diciamo storica.
Sulla qualità: non è colpa dell'età. Il film originale (girato in
16mm) era molto ma molto migliore.
Un certo numero di anni fa (non ricordo, forse 20?) quei film (v.
dopo) furono riversati su cassette VHS.
Fu allora che vennero rovinati, non per necessità, ma per cattiva
qualità dell'attrezzatura o dell'operatore, non so.
In epoca più recente ne fu fatto un ulteriore riversamento, stavolta
su DVD.
Immagino che le versioni Youtube provengano da quei DVD.
Dopo tre passaggi la qualità non poteva che peggiorare ulteriormente,
e purtroppo ciò che oggi si vede fa veramente piangere.
Non so in quel film, ma in altri (ho tutti i DVD) ci sono strumenti
(voltmetri e simili) a lancetta, dei quali si vede il quadrante
bianco, la lancetta nera ... e basta. La scala graduata è scomparsa
:-(
Forse meritavano un trattamento migliore, visto che vengono
considerati dei "capolavori didattici" e non solo da te.
A voler essere ottimisti, forse sarebbe ancora possibile, perché sono
sicuro che in qualche sottoscala di qualche scuola ancora esistano le
copie 16mm.
Magari ci fosse qualche anima buona che volesse impegnarsi a
ripescarle e a copiarle come si deve...
Per quanto riguarda il mio contributo: in originale c'era il
riferimento al lavoro mio di altri (v. dopo); in alcune delle versioni
DVD la citazione è rimasta, mentre in altre è stata tagliata.
Lavoro per gli storici :-)
Le cose andarono così: quando fu lanciata in Italia la sperimentazione
del progetto PSSC (dopo un po' di preparazione, l'inizio fu nel 1962)
io ero stato coinvolto come direttore del primo e del quarto corso
pilota (1962, 1965); come docente della terza parte delle lezioni agli
insegnanti del terzo corso pilota; come revisore della traduzione
della terza parte del testo (dinamica).
Quando si cominciò a pensare di tradurre in italiano i numerosi film
realizzati in USA in appoggio al progetto, fui incaricato di
occuparmene insieme a due collaboratori (amici e miei ex-studenti)
che mi piace ricordare anche perché non ci sono più.
Giotto Fiorio ci ha lasciati nel 2007; di Bruno Barsella ricorrevano
giusto ieri 7 anni.
Il nostro compito fu in primo luogo di selezionare i film da tradurre.
Infatti il budget messo a disposizione dalla Esso Standard Italiana
consentiva di tradurre solo circa una metà degli oltre 40 originali.
Dovemmo quindi sacrificarne molti prendendoci la responsabilità di
quali salvare.
Secondo: traduzione vera e propria.
Disponevamo delle pellicole originali e del testo scritto (in gergo,
"transcript").
Va detto che tradurre un film non è banale (spiego meglio tra breve) e
tradurre un testo scientifico/didattico è ancora più difficile, perché
c'è meno libertà.
La traduzione non poteva essere fatta a tavolino: richiedeva una
costante collaborazione coi doppiatori.
La cosa non era facile perché i doppiatori professionisti erano
abituati al doppiaggio cinematografico usuale, in cui si dà importanza
al movimento delle labbra, anche cambiando le parole quando occorre.
Aggiungo una cosa a cui non è facile pensare: c'è tutto un insieme di
intonazioni, pause ... che il doppiatore inserisce in modo naturale in
base al contenuto della scena visiva, al significato del parlato,
all'interpretazione dell'attore.
Ma questo diventa problematico quando il doppiatore non capisce il
significato di quello che deve dire :-)
Qui entravamo in ballo noi, dando i necessari suggerimenti o anche
cambiando qualche parola o l'ordine delle parole se indispensabile.
Noi - e solo noi - potevamo farlo salvando il contenuto scientifico.
Tutto sommato, conservo un buon ricordo di quel lavoro: fu
un'esperienza inconsueta e istruttiva. Senza contare che avevo poco
più di 30 anni...
Nella mia veste di direttore e docente dei corsi di formazione i film
mi coinvolsero anche in un altro modo: i professori non avevano
nessuna pratica dell'utilizzo didattico di film di quel genere.
Non si trattava di quello che si usava fare nelle scuole: mostrare un
film ai ragazzi senza il minimo impegno, se va bene con un intento
informativo, ma non di più. Per i ragazzi era una gradevole
interruzione alle lezioni :-)
Nel PSSC non era così: i film andavano seguiti, capiti, discussi...
Sebbene fossero brevi (intorno a mezz'ora) non era facile che i
ragazzi mantenessero un'attenzione adeguata. Quindi si usava spesso
proiettarli a pezzi: 10 minuti, poi un breve riassunto, discussione,
spiegazioni; poi si riprendeva ecc.
Vabbè, potrei scrivere molto a lungo, ma anche la vostra attenzione ha
dei limiti :-)
--
Elio Fabri
Received on Sun Jan 24 2021 - 16:32:54 CET