Re: Calore

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_units.it>
Date: Sat, 6 Feb 2021 18:15:53 +0100

Il 06/02/21 15:42, Pangloss ha scritto:
....
> Invece il Callen procede in sintesi come segue:
> - postula l'esistenza di stati di equilibrio macroscopici per un sistema TD
> aventi un valore caratteristico dell'energia interna U ecc.

Anche Callen paga un piccolo dazio alla confuione, ma meno di altri. Di
fatto quello che lui chiama "misurabilità" dell' energia può essere
riletto come "definizione" dell'energia. E lo è. Basta partire dalla
prossima frase. Il discorso precedente di Callen è dovuto al tentativo
di motivare l'esistenza dell'energia sulla base di una teoria
microscopica. Ma questo, dal punto di vista strettamente termodinamico,
non è richiesto.

> - postula l'esistenza di pareti adiabatiche tali che il lavoro scambiato dal
> sistema tra due stati assegnati A e B sia univocamente determinato e pone
> per definizione L(AB) = U(A)-U(B);
> - per trasformazioni non adiabatiche definisce il calore alla Caratheodory
> Q(AB) = L(AB) + U(B)-U(A)
>
> Sull'accettazione della definizione di calore nella forma generale proposta da
> Caratheodory siamo tutti d'accordo.
> Ma postulare l'esistenza dell'energia interna per poi definire inversamente
> il lavoro termodinamico attraverso all'oscuro postulato delle pareti adiabatiche
> significa fare assiomatica pura e non vera fisica.

Quella di Callen viene descritta come assiomatica ( anche perché lui
scrive di "Postulati") ma di fatto non lo è dal punto di vista
fisco-matematico. E' un ragionevole tentativo di mettere in chiaro una
formulazione dei principi. Se ti attieni alla formulazione dei suoi
postulati è abbastanza riuscito (anche se probabilmente migliorabile qua
e là). I discorsi di contorno un po' meno.

>
> Il metodo assiomatico stabilisce in modo rigoroso le relazioni sintattiche fra
> le grandezze, ma non ne fornisce l'interpretazione, ossia il significato fisico.

Questo vale per i metodi assiomatici della matematica. Per la fisica
occorrono le "istruzioni d'uso" su come collegare concetti ed
esperimenti. Seza di cui non si fa fisica.

> IMHO il formalismo del Callen aggira il problema di definire il significato dei
> concetti fisici di lavoro e calore: ne fa semplicemente a meno, come fanno i
> matematici con Kolmogorov per il concetto di probabilita'.

Sono due cose molto diverse. Le probabilità di Kolmogorof sono un
cocnetto matematico e infatti il suo "calcolo" funziona comunque. Per
usare le probabilità occorre però un'interpretazione e lì ce ne sono
diverse non una sola. La termodinamica di equiibrio non pretende di
avere più interpretazioni fisiche. E la stratda di Callen, anche con le
sue imperfezioni è chiara: Lavoro=lavoro meccanico,
elettrico,.../Esistenza di un "lavoro adiabatico" funzione di
stato/questo definisce l'energia come funzione di stato/ Calore come
concetto derivato.

>
> Concordo con Fabri sui limiti dei metodi assiomatici in fisica: esaltano la
> sintassi delle teorie, ma ne oscurano la semantica (ossia l'interpretazione).
>

Ma questi di cui stiamo parlando NON sono metodi assiomatici. Si tratta
di mettere in fila in modo coerente e comprensibile le assunzioni di
base su fatti sperimentali.

Giorgio
Received on Sat Feb 06 2021 - 18:15:53 CET

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