Il 06/02/21 11:18, Alberto Rasà ha scritto:
> Il giorno sabato 6 febbraio 2021 alle 10:20:04 UTC+1 Giorgio Pastore ha scritto:
>> Il 05/02/21 21:04, Alberto Rasà ha scritto:
> ...
>>> Quindi definiresti "parete adiabatica" come quella parete per cui il lavoro diventa una funzione di stato.
>>
>>> Non l'ho inventata io la definizione ma mi sembra che funzioni.
>>
> E chi l'ha inventata?
Caratheodory, ripresa da Born e poi da altri.
> Lo Zemansky prima definisce la temperatura in modo empirico poi definisce calore l'energia scambiata in virtù di una differenza di temperatura, poi definisce parete adiabatica e lavoro, poi rileva come fatto sperimentale che il lavoro adiabstico è una funzione di stato ∆U quindi la differenza tra lavoro adiabatico e quello non deve essere energia fluita a causa della parete conduttrice soltanto, ovvero calore e quindi il 1º principio.
> Studiando termodinamica all'epoca mi sono venuti mille dubbi, soprattutto al capitolo entropia e nella definizione di "serbatoio di calore".
Ecco Zemansky, che pure ha notevoli meriti col suo libro di testo, fa
un'operazione un po' dubbia in termini di chiarezza espositiva,
soprattutto pensando che chi legge quel testo può non avere avuto
esposizioni precedenti alla termodinamica. Occorre leggere con molta
attenzione per notare che *prima* definise un calore *calorimetrico* e
poi un calore *termodinamico* (sto evidenziando io ma gli aggettivi sono
i suoi). E' un fatto che la definizione calorimetrica poteva anche
essere eliminata tout court, *definendo* adiabatiche le pareti che
permettono di avere un lavoro funzione di stato.
Molto più chiaro a riguardo il solito Callen. E tutto queto è solo un
prerequisito per parlare di secondo principio e di entropia.
>
> Ma ancora di più mi risuonano ora le riflesdioni di Fabri: la fisica probabilmente non si può mai porre in una forma assiomatica perfetta perché i concetti "evolvono e ritornano su se stessi" più volte (questa non è una frase sua ma cerco di riassumere"
Io concordo con il diverso significato di assiomi matematici e principi
fisici. Tuttavia, che si parli di principi della termodinamica, della
dinamica, dell' elettromagnetismo o dell'ottica, non vedo perché non
cercarne una o più presentazioni ( non pretendo l'unicità dei principi)
che sia sufficientemente chiara da i) fornire delle procedure
operative esplicite e che dica chiaramente quali sono i fatti dell'
esperienza che vengono assunti come stabiliti e base della teoria. E
questo serve sia dal punto di vista didattico, per chiarezza
concettuale, sia dal punto di vista della ricerca, quando si travalicano
i confini originali della teoria.
Quello che invece succede sia per la termodinamica sia (anche peggio)
per la meccanica classica è che ad una lunga storia di dibattiti sulle
formulazioni dei principi si accompagna la massima sciatteria e
confusione nei libri di testo e nella testa delle persone sulle
formulazioni. Possiamo discutere su vantaggi e svantaggi della
definizione di calore secondo calorimetria o secondo termodinamica.
Quello che non dovrebbe succedere (e invece succede) è di non far capire
più se l'esistenza dell' energia del primo principio è un'ipotesi o il
contenuto del principio.
Giorgio
Received on Sat Feb 06 2021 - 17:48:29 CET
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