Re: asse terrestre spostato di 10 cm

From: Tommaso Russo, Trieste <trusso_at_tin.it>
Date: Sun, 20 Mar 2011 01:04:18 +0100

Il 19/03/2011 21:17, Elio Fabri ha scritto:
> Zampino ha scritto:
>> Questo mi sembra evidente. Nel senso che la probabilit� condizionata
>> della posizione del prossimo terremoto dipende da quelle dei
>> precedenti (le faglie sono note e non "volano" da un posto all'altro).
> Questo e' vero, ma non influisce sulla prob. condizionata.
> Influisce solo sulla distribuzione di prob. semplice, che sara' non
> nulla solo dove c'e' una faglia.
>
> Invece un effetto di prob. condizionata c'e' per un motivo diverso: e'
> poco probabile che dove e' avvenuto un terremoto se ne produca un
> altro a breve distanza di tempo, perche' l'energia accumulata si e'
> scaricata.

Volevo darti la stessa risposta, piu' argomentata, ma vedo che la
conoscevi gia'.

S'intende che per "terremoto" deve intendersi piuttosto "evento
tellurico", della durata di qualche mese, composto da una scossa
principale e dalle successive scosse di assestamento, che possono
raggiungere talvolta la stessa intensita' della prima (le cosiddette
"repliche").

Credo che quando Zampino scrive
"Difficile credere per� in una distribuzione "compensativa", come se il
prossimo terremoto dovesse avvenire agli antipodi del Giappone o dovesse
provocare un effetto sull'asse terrestre uguale e contrario (il buon
senso mi dice piuttosto che dovrebbe rafforzare l'effetto precedente)"
pensa appunto ad assestamenti e repliche.

Ogni evento tellurico e' seguito nella stessa zona, o da un lungo
periodo di quiete sismica, o da un periodo ancor piu' lungo di scosse
frequenti ma di minore intensita'. Il secondo fenomeno tranquillizza
sismologi e cittadini informati, proprio perche'e' segno che nel
sottosuolo non si stanno accumulando senza scaricarsi grandi tensioni,
mentre una lunga quiete fa temere che il prossimo sara' a big one :-(


> Mi sembra invece difficile che un terremoto in Giappone condizioni in
> un modo o nell'altro la prob. di un terremoto, che so, in Turchia...
> Percio' propenderei a trattare i terremoti in siti distanti come
> eventi indipendenti.

D'accordo: pero' indipendenti non vuol dire stocastici. Proprio per il
meccanismo di accumulo continuo e rilascio improvviso di energia che ne
e' all'origine, la distribuzione *temporale* dei terremoti in una stessa
zona e' solo in parte casuale: la distanza temporale fra due eventi
successivi non e' illimitata, ma ha un massimo determinato dalla
velocita' con cui le tensioni si accumulano (costante nella stessa zona
per periodi lunghissimi, geologici) e dal carico dei rottura delle rocce
sollecitate (che puo' variare, anche a seguito di disomogeneita' locali,
ma entro certi limiti). Per cui direi a Zampino che si', dopo la fine
degli assestamenti dell'evento tellurico al largo di Sendai, la
probabilita' di un altro terremoto proprio la' sara' piu' bassa di
quella, rimasta invariata, di un terremoto in una zona sismica del Cile
in cui l'ultimo evento risale a decenni fa.

E che per questo, sul lungo periodo (lungo rispetto al tempo medio di
ritorno degli eventi di grande magnitudo, che e' di decenni), gli
effetti dovrebbero grossomodo compensarsi.


-- 
TRu-TS
Buon vento e cieli sereni
Received on Sun Mar 20 2011 - 01:04:18 CET

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