Il 15/03/21 00:01, Antologiko ha scritto:
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> Buonasera a tutti, premesso che le mie conoscenze sulla fisica non vanno molto oltre ai principi della dinamica, chiedevo, in termini meramente informali:
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> è fisicamente ammissibile l'esistenza di una forma di intelligenza (di qualsiasi natura), intesa come sistema fisico, che riesca a percepire il tempo in maniera diversa da come lo percepisce il cervello umano?
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> In altre parole, dato che il nostro cervello si basa sul continuo accumulo e ripescaggio di informazioni, questo (almeno credo) ci costringe ad una raffigurazione sequenziale ed unidirezionale del mondo esterno.
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> La domanda è quindi: noi percepiamo la sequenzialità degli eventi perché è proprio il tempo ad essere intrinsecamente cosi, oppure questo accade solo per i limiti funzionali del nostro cervello? E in quest'ultimo caso, ci sono delle motivazioni prettamente fisiche che impediscano l'esistenza, anche solo in via potenziale, di "intelligenze" che per intrinseche caratteristiche riescano ad ottenere una diversa rappresentazione del mondo, magari non sequenziale? Ossia percependo il maniera radicalmente diversa il tempo?
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credo che noi abbiamo diverse facoltà percettive legate al
tempo, a seconda del'orizzonte temporale (durate) che devono
gestire.
Per la gestione del tempo a breve termine, sicuramente
sappiamo agganciarci a generatori di clock costante
(circuiti oscillanti chimici a oscillazioni sostenute).
Prova ne sia che ci serve anche per la gestione dei
movimenti automatici deambulatori (che se non avessero
cadenza costante sarebbero molto più dispendiosi) ed il
senso del ritmo musicale (l'endomusia, la ripetizione
silenziosa delle canzoni, è probabilmente ancorata a clock
endogeni molto precisi, imho, ma non ho dati, con meno di 1%
di errore stocastico).
Tralasciando le scale intermedie (in cui le nostre
percezioni non sono autonome ma innestate in ritmi esterni
ineliminabili, come il circadiano e stagionale, dove sempre
orologi chimici corporei, o almeno i loro retaggi in corso
di atrofizzazione, cercano di adattarsi alle variazioni
cicliche dei ritmi naturali esterni), direi che invece a
LUNGO termine la percezione del tempo sia parecchio distorta
e soggettiva, ed anche ancorata alla "DENSITÀ DI RICORDI"
archiviati in un dato intervallo di tempo.
Insomma la rappresentanza dei vari periodi non mi sembra
linearmente proporzionale alla durata, ma alla quantità di
dati archiviati sotto quell'etichetta.
Il tempo trascorso in modo monotono, nella noia, in
proporzione sembra durare molto mentre passa, e scomparire
quasi una volta trascorso, con poche tracce.
Il tempo trascorso in preda ad eventi interessanti e anche
molto APPASSIONANTI (perchè la nostra memoria ha forti
collegamenti col pathos e l'amigdala e coll'immpcanmpo, e le
passioni sono il cemento dei ricordi), viceversa si dilata.
In questo senso tendo a considerare il tempo a corto
orizzonte ben poco "percettivo", quasi oggettivo, mentre la
percezione su scala pluiriennale altamente percettiva e
SOGGETTIVA.
Ricordo al liceo che il fenomeno della dilatazione dei tempi
(e me ne rendevo conto poco dopo) si verificava in
corrispondenza delle gite, che nel ricordo posteriore
sembravano durare molto di più, dilatarsi per la quantità di
dati divorati nel mentre, molto superiori alla routine normale.
P.S. il senso del tempo a lungo termine secondo me nel
bambino è ancora poco presente, e questo potrebbe lasciare
una traccia nella percezione di infinita estensione, di
"eternità" di periodi nell'infanzia.
Anche di questo si possono trovare prove oggettive
confrontando ricordi e dati nudi e crudi di calendari, come
i palinsesti delle serie televisive.
Ricordo che la memoria percettiva delle serie dei cartoni
animate rasenta l'eternità : parevano durare all'infinito,
mentre ci si era dentro, e poi la percezione si cementava
così. Ma guardando poi su wiki quanto erano durate
effettivamente le stagioni, e rivalutate col metro di
adulto, paiono durare un niente.
Quindi penso anche che la percezione del tempo di lungo
termine, percettivamente, sia ben lungi dall'essere costante
nell'arco della vita. Però al di là di indizi pratici, non
me la sento di ipotizzare altro.
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)
Received on Wed Mar 17 2021 - 19:29:22 CET