Re: "meta-domanda" sulla comunita' di isf

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Sat, 3 Apr 2021 15:27:55 +0200

Andrea Barontini ha scritto:
> Chissa', magari uno strumento moderno potrebbe rinvigorire un po' la
> comunita' con nuove leve... ho pensato all'ecosistema di
> stackexchange perche' ci sono gia' cose serie:
> https://stackexchange.com/sites e ospita anche l'inglese:
> https://physics.stackexchange.com
Su stackexchange ti ha già risposto Giorgio Pastore.
Posso aggiungere brevemente la mia esperienza.
Ho frequentato Physics Stackexchange dall'agosto 2018 al luglio 2019,
poi ho smesso.
Appresso spiegherò le varie ragioni per cui ho smesso.
Ecco i lati positivi e quelli che negativi che ho trovato.

Positivi:
- In primo luogo l'aspetto tecnico: è facile scrivere in modo più
ricco (stile html) e inserire formule e figure. Per lo meno, facile
per me, che uso TeX da 40 anni :-)
In realtà per le figure c'è un notevole abuso: molti se ne servono
solo per fotografare col cellulare una pagina di un libro o di propri
appunti, venendo subito rimbrottati.

- In secondo luogo, l'apertura veramente planetaria. Non molti
europei, molti più USA e indiani, un po' di nordafricani,
mediorientali e sudamericani, qualche raro cinese.
Nota bene: raramente viene dichiarato il paese di appartenenza, anche
se i nickname sono usati quesi solo da americani ed europei
Il paese lo deduco di solito dal nome, con ovvie incertezze in vari
casi.
C'è un curioso effetto "fuso orario": la mattina prevalgono gli
indiani, il pomeriggio gli americani. La notte non so, non ho mai
provato.
Anche se riesce faticoso seguire i diversi modi d'intendere la fisica
e le diverse tradizioni d'insegnamento, questo è anche istruttivo.

Negativi: si deducono in parte già dal post di Giorgio.
> Stackexchange (tutti i siti di) è invece un formum organizzato
> attorno al concetto di Query&Answer. Con l'idea di evitare il più¹
> possibile le discussioni ma di fornine *LA* risposta corretta.
Aggiungo che la formula prediletta è "mainstream physics", che se va
bene per metter fuori i disturbatori o i mattoidi, tipo quelli che
conosciamo bene anche nel nostro piccolo, va molto meno bene anche per
una ragione diversa da quella che spiega Giorgio.

Ho accennato sopra alle "tradizioni d'insegnamento", che spesso sono
discutibili (incluse le nostre, naturalmente).
Mi sono scontrato più volte col problema, per es. in relatività ma
anche in meccanica classica.
Ho scoperto ad es. che fuori d'Italia vengono affrontati a livello di
scuola secondaria argomenti difficili, come la dinamica del corpo
rigido, dove ho visto gravi difficoltà degli studenti e non pochi
svarioni nelle citazioni dei testi.
Nelle mie risposte ho fatto quello che potevo, ma non di rado mi
trovavo a contrastare rispote che mi avevano preceduto e che non
condividevo affatto.
Come ha rilevato Giorgio, Stackexchange è strutturato tecnicamente in
modo da rendere molto difficile una discussione.
Mi è capitato qualche volta di essere ripreso, per es. col seguente
argomento: "se tu e Tizio non siete d'accordo, discutetene in chat".
Sottinteso: qui non si discute: si dà la risposta giusta, e basta.
Chiaramente a me non interessava affatto discutere con Tizio
privatamente, mentre m'interessava molto discutere pubblicamente il
problema. Quindi qui siamo su posizioni diametralmente opposte.

Altro aspetto negativo ma solo personale: preparare una risposta mi
costava troppo tempo. Un po' per la lingua, un po' per dovermi
barcamenare nella situazione che ho descritta sopra.
Ciononostante nell'anno scarso in cui ho patecipato ho scalato
abbastanza rapidamente la classifica della reputazione, arrivando
vicino al 5000. La cosa buffa è che ho continuato a gudagnare punti
anche dopo aver smesso di scrivere: questo perché qualcuno scovava un
mio intervento e mi gratificava di qualche punto. Ora sono a 5134, al
345-mo posto su oltre 200000 iscritti.

Debbo spiegare quello che ho capito sul meccanismo della reputazione.
Ogni iscritto può votare una risposta e anche una domanda. Un voto
favorevole fa guadagnare 10 punti, uno sfavorevole ne fa perdere 2.
Poi ci sono altri modi per guadagnare o perdere reputazione, che
ometto per brevità.
Credo che chiunque capisca i pro e i contro di questo sistema.
Il sistema è democratico, ma mi è capitato più volte di vedere
up-voted risposte secondo me sbagliate o gravemente difettose.
Si arriva all'estremo di una persona molto molto alta nella classifica
generale, che scrive quesi sempre risposte che io non condivido (e che
qualche volta ho contraddetto).
Giusto per dimensionare il mio 5134, vi riporto alcuni dati (la
reputazione è cumulativa:
Top: John Rennie 311651 (10 anni e 2 mesi)
Valter Moretti: 50957 (in 7 anni e 4 mesi)
Giorgio Pastore: 14418 (in 3 anni e 2 mesi).

Va detto che la reputazione non è una gara: ci sono delle soglie di
reputazione alle quali uno acquista il diritto d'intervenire per es.
sull'accettazione di un post (che è sempre a posteriori) o anche di
apportare modifiche a post scritti da altri (al fine di migliorarli,
non di censurarli).
Ma confesso che sono lontano dall'aver capito tutta la meccanica e la
sociologia di Stack Exchange...

Non insisto su questo argomento: è chiaro che un sistema simile non mi
parrebbe né sostenibile né augurabile.

Giorgio Pastore ha scritto:
> ...
> Un'alternativa potrebbe essere un'associazione ad-hoc che si
> autofinanzi per gestire un web forum aperto. In molti campi sarebbe
> fattibile senza problemi. Per la Fisica non saprei.
Sono più o meno sulla stessa linea.
Passo a delineare non dico una proposta concreta, ma i
lineamenti che potrebbe avere.

Dal punto di vista tecnico/informatico, ne so poco. Ma vorrei un
sistema del tutto libero da condizionamenti, sia proprietari sia
pubblicitari.
Ritengo che non sarebbe difficile ottenere (affittare) lo spazio in
qualche dominio. Non ho idea del costo e si dovrebbe discutere come
finanziarlo.
La gestione informatica sarebbe certo molto più semplice di quella che
può avere Stack Exchange, visto che restringendolo alla lingua
italiana automaticamente si ridurrebbe assai il traffico e la
dimensione del data base.
Il software credo che sia disponibile in public domain.
Eviterei assolutamente software che vincoli a un determinato sistema
operativo: niente Windows!
Dovrebbe essere accessibile almeno da Mac/OS e dalle varie versioni di
Linux, al più previa installazione di qualche componente free.
Sarebbe necessario l'impegno di qualche volontario (forse uno solo)
che dovrebbe lavorare gratis.
Dal lato utente qualcosa come Stack Exchange o altri siti esistenti
(Quora?) sarebbe adeguato.
Necessario che possa essere usato da principianti e utenti
occasionali, come da più esperti.
Sono sicuro che tra chi mi legge parecchi ne sanno più di me, quindi
starò a sentire le risposte.

Da un punto di vista più di sostanza, non penserei a un sito moderato
"a priori", ma sarà necessario prevedere un'iscrizione con dati
riservati ma sufficienti a consentire provvedimenti in caso di abuso o
non rispetto di regole da definirsi.
Insomma, non vorrei avere tra i piedi Sorrentino, Laureti e C.
          

-- 
Elio Fabri
Received on Sat Apr 03 2021 - 15:27:55 CEST

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