Re: Gli osservatori in meccanica quantistica
The Fuzzy ha scritto:
> Il che vuol dire che l'esperienza potrebbe revocare in dubbio
> l'atteggiamento realista sostenuto da Fabri che adduce motivazioni
> "pragmatiche", e che sostiene l'indipendenza degli oggetti
> dall'osservatore o dallo strumento di rilevazione (come se
> lo strumento di registrazione fosse sufficiente per risolvere
> il problema, mentre invece ad una disamina non ideologica, si
> vede che non risolve niente)
In un altro post ho scritto che il tuo citarmi in un altro thread e in
un altro NG e' scorretto. Ora ti spiego perche', anche se mi sembrerebbe
ovvio.
Il punto e' che chi non abbia letto cio' che io ho scritto, deve stare
alla *tua* presentazione del mio punto di vista.
Per es. ormai mi hai attribuito l'etichetta di"pragmatista", mentre io
avevo inserito il termine, seguito da un (?) per indicare una possibile
descrizione di un atteggiamento che mi sembra usuale in un fisico. Tu
l'hai fatto diventare un "deve" (v. piu' oltre).
Quanto al mio punto di vista sugli strumenti e sull'uso che il fisico ne
fa per assicurarsi un'oggettivita' delle osservazioni, mi piacerebbe
sentire qualche altro fisico che segue la discussione e che mi
contraddica...
Mi dispiace di non conoscere le "disamine non ideologiche" di cui parli,
e che non ti sei mai curato di spiegare...
(BTW: "rivelazione", non "rilevazione".)
> ...
> Dice che esso [il realismo] deve essere pragmaticamente ammesso, ossia
> un fisico per fare i suoi esperimenti deve ammettere questa
> idea di "realta' esterna indipendente da noi".
Vedi sopra. Avevo detto che cosi' si comportano i fisici, e avevo anche
aggiunto che cosi' si comportano anche i filosofi quando guardano un
semaforo prima di attraversare una strada...
Sono rozzo? Certo, ma spero tu ti renda conto che lo sono volutamente...
> ...
> E se l'esperienza ci dicesse che il mondo non e' indipendente?
> Saremmo pronti ad accettare una simile conclusione?
> Oppure dovremmo fare i conti con abiti mentali radicati?
Dubito assai che l'esperienza possa mai dire qualcosa del genere.
Esiste un'esperienza non interpretata?
> ...
> Direi molto piu' "pragmaticamente" che la matematica e' utile, insieme
> ad altre cose, alla nostra vita.
Wigner era un po' piu' profondo, quando si poneva la famosa domanda
sulla "unreasonable effectiveness of mathematics in the natural
sciences".
Anche se non ho capito che cosa si rispondesse.
>> Non c'e' alcuna ragione
>> perche' tutta la realta' fisica che esiste sia descrivibile in termini di
>> tali idee,
>
> Ben detto. L'idea di oggetti indipendenti dalla coscienza, potrebbe
> infatti benissimo appartenere a queste idee, almeno a certi livelli
> di realta' fisica (cosmo, mondo subatomico, biologia)
Il punto e' che secondo me tu fraintendi cio' che vuol dire Valter (e
che anch'io sottoscrivo: me l'hai visto anche scrivere).
Non ci si riferisce agli oggetti indip. dalla coscienza o meno, ma a
cose come ad es. il carattere euclideo dello spazio, o il comportamento
"corpuscolare", nel senso dell'intuizione macroscopica, degli oggetti
quantistici.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Sat Jun 07 2003 - 21:00:15 CEST
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