Re: Gli osservatori in meccanica quantistica
Eleonora Norese ha scritto:
> Anticipando il corso, mi sono procurata, in biblioteca, i seguenti testi:
>
> L. D. Landau e E.M. Lifshitz, "Course of Theoretical Physics", Vol. 3;
> P.A.M. Dirac, "Principles of Quantum Mechanics";
> R.P. Feynman, "Lectures on Physics", Vol. 3;
> J. Bell, "Speakable and unspeakable in Quantum Mechanics";
> J.J. Sakurai, "Modern Quantum Mechanics".
> C. Cohen-Tannouji et al, "Quantum Mechaniscs" Vol I, II
>
> Posso chiederti una tua valutazione generale?
> Quale e' da leggere per primo?
> C'e' qualcosa di meglio, a tuo parere?
> In effetti, finora, ho soltanto letto ( quasi studiato, per mio conto )
> quello del Feynman.
Valter Moretti ha scritto:
>> L. D. Landau e E.M. Lifshitz, "Course of Theoretical Physics", Vol. 3;
>Un bel libro ma scritto con un linguaggio un po' vecchio.
>
>> P.A.M. Dirac, "Principles of Quantum Mechanics";
> stesso giudizio di sopra. Per entrambi i libri la matematica
> lascia molto a desiderare.
>> R.P. Feynman, "Lectures on Physics", Vol. 3;
> non lo conosco
>> J. Bell, "Speakable and unspeakable in Quantum Mechanics";
> Questo l'ho letto un po' quasi 10 anni fa, ma non e' un libro di
> testo: bisogna gia' saperla la MQ per capire di cosa parli.
> Mi pareva un bel libro.
>> J.J. Sakurai, "Modern Quantum Mechanics".
> Secondo me, a parte il capitolo sullo scattering che non lo ha
> scritto Sakurai, e' un bel libro, molto chiaro che arriva presto
> al punto senza tanti giri (anche qui la matematica lascia molto
> a desiderare, ma meglio non curarsene tanto nel corso di IFT)
>> C. Cohen-Tannouji et al, "Quantum Mechaniscs" Vol I, II
> Lo conosco solo per qualche rapida consultazione.
> Ne ho sentito parlare molto bene (anche prima del Nobel
> a C-T)
> Per imparare i rudimenti di MQ io ti consiglio di leggere il
> Sakurai e un po' il Dirac e usare il Caldirola-Cirelli-Prosperi
> "introduzione alla fisica teorica" UTET, come consultazione.
Giorgio Pastore ha scritto:
> Mi permetto di aggiungere un paio di opinioni personali a complemento di
> quanto scritto da Valter.
>
> Ovviamente ognuno ha le sue preferenze. C'e' chi preferisce partire col
> formalismo pesante e chi preferisce arrivarci dopo. Pero' basandomi sull'
> esperienza personale (ormai stagionata :-( ) e su quella di altre persone,
> distinguerei tre aspetti principali necessari per poter arrivare ad una
> comprensione accettabile della MQ:
>
> 1. il formalismo (ovvero l' apparato matematico)
> 2. l' interpretazione del formalismo
> 3. l' evoluzione storica della MQ
>
> 1 e 2 sono ovvi e strettamente collegati. Naturalmente le esigenze di
> rigore possono variare molto sia dal punto di vista dei gusti personali
> sia delle richieste dei corsi universitari. Tutto sommato, a meno di non
> avere la vocazione del fisico-matematico molti punti possono essere
> lasciati "ad una seconda lettura", vista la quantita' comunque grande di
> nozioni che occorre digerire.
> ...
> Se si va avanti con l' illusione che tutti gli operatori della MQ sono
> compatti e dotati del solo spettro puntuale si va incontro a spiacevoli
> sorprese. Pero' se la scelta e' fatta consapevolmente, un primo periodo
> in cui si considerano gli operatori come equivalenti a matrici di
> dimensione alta ma finita non e' completamente inutile (penso che qui
> qualcuno dissentira' ;-) ).
Mi permetto anch'io :)
Ma comincio con l'enunciare un mistero: nel suo primo post (il 20-5)
Eleonora si e' presentata come "stud. del 1^anno".
Poi ha fatto diversi interventi che sembravano denotare una maturita'
tutt'altro che usuale al primo anno.
Ora ci presenta un programma di studio di m.q. da far tremare le vene
dei polsi a uno studente non del terzo, ma del quarto anno...
Domanda (per scherzo) suggerita da un altro thread: non sei mica
normalista? :-)
Il mio parere sulle anticipazioni l'ho gia' enunciato in quell'altro
thread, e non lo ripeto. Ma dico l'essenziale: non si puo' capire la
m.q. come una teoria puramente formale, staccata da un adeguato sostrato
fisico.
Se Eleonora pensa di averlo, questo sostrato, ok; ma non vorrei che lo
trascurasse, presa dall'entusiasmo per una cosa "piu' profonda e
avanzata"...
Tutto cio' premesso, comincio col fare mio l'ultimo consiglio di
Giorgio:
> Un ultimo consiglio, e' di non disperderti troppo tra testi diversi
> nella fase iniziale e magari aggiungere (o sostituire) nella tua lista
> anche una buona raccolta di esercizi.
Dei libri citati, ne conosco bene tre: Dirac, Feynman, Landau. Ho letto
Bell, ma non mi pare un libro da mettere nella lista, per le ragioni che
dice Valter.
Non conosco Sakurai e C-T, ma sulla base di conoscenza generale degli
autori, sarei propenso a dare la preferenza al secondo, per una ragione
che spiego fra poco.
Non mi preoccuperei (certo molto meno di Valter :) ) del rigore
matematico; comunque da questo punto di vista, forse nonostante le
apparenze, Dirac mi pare superiore a Landau. In genere il Landau non lo
consiglio come libro iniziale: e' un ottimo libro di consultazione (l'ho
proprio usato in questi giorni per ripassarmi cose sulle molecole) ma
l'approccio complessivo non mi entusiasma.
Invece mi sento di consigliare ancora caldamente il Dirac. Sara' forse
perche' e' stato il "mio" libro, tanti anni fa... Ma la profondita' e
sinteticita' dell'approccio lo rendono unico.
Non condivido invece la grande simpatia di Valter per Caldirola et al.
Non mi pare che alla grande mole corrisponda altrettanta sostanza.
Il grave limite di Dirac e' la quasi totale mancanza di riferimenti a
fatti sperimentali, all'applicazione della m.q. a problemi reali. E' per
questo che parlavo del C-T, che invece penso sia molto piu'
soddisfacente da questo lato (scuola francese).
Per finire: Feynman. Lo definirei "imperdibile", per usare una brutta
parola di moda. Ma assolutamente insufficiente da solo.
Imperdibile perche' come ti sa mettere lui di fronte alle idee base
della m.q., non lo fa nessuno. Ma insufficiente perche' mancano troppe
cose.
Per finire, a differenza di Giorgio consiglierei di lasciar stare
all'inizio la dimensione storico-epistemologica. Se la vuoi affrontare
non a chiacchiere, ma sul serio, la m.q. la devi conoscere tecnicamente
molto bene. E se ti preme davvero, avrai modo di tornarci su negli anni,
come abbiamo fatto tutti.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Wed Jun 04 2003 - 20:45:26 CEST
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