Re: Quaestiones

From: Mario Leigheb <leigheb_at_frascati.enea.it>
Date: Tue, 03 Jun 2003 11:47:14 +0100

> Mario Leigheb ha scritto:
= > Da quello che ho capito io tu pretendi che in un esperimento nel
= > quale tutti i fisici del mondo assumono di avere una sorgente da 1
= > particella al secondo e un rivelatore con una efficienza definita
= > come la frazione tra il numero di particelle rivelate e il
numero di
= > particelle entrate nel rivelatore, invece la sorgente produrrebbe
= > una particella al secondo di tipo (1) tale da interagire con i
= > rivelatori e q particelle al secondo di tipo (2) tale da non
= > interagire con nessuno dei rivelatori sconosciuti?

poi luciano buggio wrote:
> Sottoscrivo quanto dici, solo non capisco la distinzione tra particelle di
> due tipi. Le particelle sono tutte uguali, e data un'apparecchiatura di
> rilevazione, c'� una probabilit� bassissima di interazione, che, essendo q
> il numero di particelle ipotizzate per la minima emissione monoatomica, ho
> fissato in 1/q laddove sperimentalmente risulti efficienza unitaria (ad
> ogni singola emissione dell'atomo eccitato il rilevatore d� il segnale).

Non capisco proprio:
Supponiamo di avere una coppia elettrone ione.
Supponiamo che l'elettrone subisca una ricombinazione radiativa.
Io dico che viene emesso un fotone di energia hv = (vedi formula di
Rydberg) e che se circondo l'atomo con un calorimetro ideale lo
rivelo con probabilita' 1 misurandone pure l'energia.
Tu dici invece che vengono emessi q fotoni identici di energia hv =
(vedi formula di Rydberg), ma pure circondando l'atomo con un
calorimetro ideale non riesco a rivelarne che uno solo
(contraddicendo la definizione di calorimetro ideale nonche'
violando la legge di conservazione dell'energia)?
Mario Leigheb
Received on Tue Jun 03 2003 - 12:47:14 CEST

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