Re: Effetti dei campi elettromagnetici sulla salute

From: Gianni Comoretto <comore_at_nowhere.it>
Date: Thu, 29 May 2003 21:39:15 GMT

AlefBeth wrote:
> Scusa, mi riferivo solo al fatto che finora gli studi epidemiologici
> che hanno dato risultati abbastanza forti sono stati compiuti in aree
> esposte a elettrodotti in varie zone e a trasmettitori televisivi in
> Francia,

Questo non lo conosco. Puoi darmi i riferimenti?

> e entrambi evidenziavano un aumento (seppur limitato) delle
> leucemie, ahim� infantili.

Non e' un caso. Le leucemie infantili sono molto rare, quindi hai numeri
piccoli soggetti a grosse fluttuazioni. Le cause sono in gran parte
socnosciute, e quindi correggi male gli eventuali fattori confondenti
(che ignori). Si sospetta esistano fenomeni di "clustering", per cui hai
fluttuazioni ancora piu' forti. Insomma, basta un cluster nel posto
sbagliato e hai subito un aumento significativo.

Anche i livelli dei campi a cui si trova qualcosa (0,2-0.5 uT) non sono
casuali. A campi piu' deboli, siamo tutti esposti e qundi non hai un
campione di riferimento. A campi piu' intensi, pochissimi sono esposti e
non hai abbastanza numeri per far statistica.

Quindi se i campi non fan nulla, ti aspetti di trovare aumenti
debolmente significativi per tumori rari e campi di quell'ordine.

> Devo dire che ho esperienza di casi in cui un campo elettromagnetico
> modulato pu� essere rivelato dal passaggio in mezzi non lineari, per
> cui un segnale televisivo UHF potrebbe dare luogo localmente a un
> campo elettromagnetico con componenti a 50 Hz, per cui non si pu� mai
> dire.

Qui entriamo in un terreno piu' in topic, e per me piu' interessante. I
campi di cui si parla producno assorbimenti di 0.08 W/kg (limite ICNIRP,
adottato in Europa). Su un elemento di tessuto diciamo di un centimetro
cubo hai un campo di meno di 1/10 di mW. A meno che tu non abbia un
diodo da telecomunicazioni, che tensioni puoi tirar fuori con un
generico mezzo non lineare? O altrimenti, che mezzi non lineari ci sono
nei tessuti biologici? Un po' le cartilagini. Ma non so che genere di
risposta possano dare, temo (si fa per dire, visto che spero i campi non
abbiano effetti) che ti ritrovi una frazione di milivolt a dir veramente
tanto.

Qualche cosa possiamo dire visto che sappiamo che i campi pulsati dei
radar (che possono raggiungere intensita' fino a 1000 volte i limiti
ICNIRP, se l'impulso e' abbastanza stretto da garantire campi medi nei
limiti) non producono effetti biologici evidenti. Se consideriamo le
esposizioni rofessionali, o limiti meno severi, credo si arrivi a campi
istantanei 100 volte maggiori. Un campo di 1 V su un centimetro di
tessuto lo sentiresti molto bene. D'accordo che l'ipotesi di linearita'
(di quadraticita', per essere precisi) e'n solo una di quelle possibili,
ma credo dia gia' un'idea di quanto siano deboli i segnali "rivelati" da
tessuti non lineari.

> Questo � ovvio... non sono uno scienziato.

Non volevo sfottere o infierire. Solo che, dopo 30 anni in cui la gente
sta ricercando in questo campo, e' difficile avere idee davvero originali.

> _ecco_ � proprio quello che voglio sapere. Per� non ho trovato nessun
> riferimento a questo particolare argomento. Saresti cos� gentile da
> segnalarmeli?

Qualcosa trovi nel mio sito. Il testo delle norme ICNIRP contiene un po'
di riferimenti. Lo studio della Royal Society canadese fa una discreta
rassegna sui campi a radiofrequenza. Il documento del MIEHS contiene
parecchio materiale sui possibili meccanismi di azione dei campi ELF.

Ho anche messo un riferimento ad un testo di un corso su interazioni tra
campi e tessuti biologici.

Se peregrinando per la rete trovi altro, segnalamelo

> Il fato � che di campi elettromagnetici ne so abbastanza (ho fatto
> campi e onde EM un po' di anni fa e soprattutto ci lavoro), ma di
> chimica fisica proprio niente.

Be', non e' che ne sappia granche'. Mi limito a riportare quello che
dicono altri.

Ciao

Gianni Comoretto
Received on Thu May 29 2003 - 23:39:15 CEST

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