Re: Gli osservatori in meccanica quantistica

From: Valter Moretti <vmoretti2_at_hotmail.com>
Date: Thu, 29 May 2003 14:42:27 +0200

armageddon99_at_libero.it wrote:
> Al sentire tali farneticazioni l'inossidabile fisico spiega
> all'allievo che non si pu� rappresentare concretamente ci� che sta
> osservando, c'� gi� un formalismo matematico probabilistico che dice
> gi� tutto ci� che si pu� dire su quella macchia, non c'� nulla da
> aggiungere.
> Ogni rappresentazione mentale di ci� che rappresenti quella macchia �
> superflua.
> E naturalmente non vuole pi� sentir parlare di tentativi di
> rappresentazione della realt� e lo congeda naturalmente con un
> secco.....zitto e calcola!
>
> Qualche secolo dopo un discendente di quell'allievo inventa il
> telescopio....
>
  Ciao, bella storiella, ma quello che succede nella comunita' dei fisici
  riguardo alla MQ non e' proprio cosi'.
  Intanto nessuno dice, che la MQ sia tutto quello che si puo' dire rigurado
  ai sistemi microscopici: se quelcuno trovera' qualcosa d'altro (MA BISOGNA
  TROVARLO) sara' il benvenuto. In effetti da quendo esiste la MQ esiste una
  miriade ti interpretazioni e di tentativi di migliorarla nei punti piu'
  oscuri.
  Fino ad ora pero' non c'e' stato nulla di davvero significativo...
  Quello che non calza con la tua storiella e' che e' vero che in MQ ci sono
  delle domande che "non si possono fare", ma non per principio
  ("c'� gi� un formalismo matematico probabilistico che dice gi� tutto ci� che si
  pu� dire su quella macchia")
  ma perche', il porsele risulta in alcuni casi essere privo di senso con
  le osservazioni. E' l'esperienza che ci suggerisce come e' fatto il mondo
  a volte mostrandoci che certe domande ritenute sensate a priori,
  sono materialmente prive di senso.
  Saprai bene che esiste un esperimento ideale detto "delle due fenditure".
  In quel caso (c'e' una bellissima discussione di R. Feynman che ti invito
  a leggere e meditare sulla questione) certe domande ingenue del tipo
  "da quale fenditura e' passato il fotone?" sono molto pericolose e bisogna
  maneggiarle con cura. Addirittura a volte non hanno senso con i dati
  sperimentali.
  E'chiaro che questa non e' l'ultima parola e che magari in futuro si scoprira'
  qualcosa di piu' profondo della MQ, ma e' anche chiaro che per migliorare la
  MQ bisogna conmoscerla e conoscere la fenomenologia sperimentale.
  L'idea del "genio ribelle" e' una invenzione dei film, nella realta' chi
  rivoluziona un campo della fisica conosce benissimo cio' che rivoluziona, usa
  la vecchia teoria come una scala e poi la butta dopo esserci salito sopra,
  non certo la butta prima di salirci!
  In ogni caso, solo uno stupido ti rispondera' con "zitto e calcola!" se
  tu sarai in grado di fare domande sensate anche in MQ.
  Infine la tua convinzione
  "E tutto questo senza appellarsi ai formalismi che sono ad un livello di
  astrazione tale da poter riuscire a giustificare pressoch� qualunque
  fenomeno metafisico, con le opportune assunzioni ad hoc."
  e'di una ingenuita' disarmante. Perche' credi che si usi la matematica
  nella fisica? Perche' e' il linguaggio piu' preciso che esiste e NON
  puo' pertanto essere deformato a piacimento per dire tutto ed il contrario
  di tutto. Serve a mettere in luce la struttura logica essenziale del mondo
  (almeno di quello che crediamo che sia esso il mondo). Tu hai delle idee
  intuitive di come e' fatto il mondo fisico. Queste idee ti vengono
  dall'esperienza quotidiana con le strutture macroscopiche, la geometria
  fisica che e' approssimativamente euclidea ecc. ecc... Non c'e' alcuna ragione
  perche' tutta la realta' fisica che esiste sia descrivibile in termini di
  tali idee, il fatto di volere ritrovare tali strutture a tutti i costi in tutto
  il mondo fisico e' solo questione di abitudine mentale, ma e' un'abitudine
  pericolosa. Idee come "sovrapposizione coerente di stati" sono invece saltate
  fuori nella costruzione della MQ e sono altrettanto degne di essere considerate
  profonde quanto la geometria euclidea o l'immagine delle particelle come
  palline. E' solo questione di abitudine mentale. Ma, dato che tali nuove idee
  non corrispondono ad idee elementari dell'esperienza comune, bisogna fissarle
  con un linguaggio appropriato che permetta di lavorare con esse. Questo
  linguaggio e' la matematica. Ti sara' chiaro, per fare un esempio preso da un
  altro campo, che non riusciamo ad immaginare mentalmente uno spazio con piu' di
  3 dimensioni. Eppure lo spaziotempo ne ha 4. Ancora una volta la matematica permette
  di maneggiare queste cose senza ambiguita'. Infine tu credi che io, che conosco
  la MQ da tanti anni, non abbia sviluppato delle immagini mentali riguardo
  alle cose astruse della MQ? Certo che l'ho fatto, ma non sono immagini in termini
  di fisica classica, e non sono nemmeno formule (non penso mai per formule, credo
  che nessuno lo faccia). E' difficile spiegare cosa sono, perche' vengono dopo che
  uno maneggia per molto tempo la MQ...

   Ciao, Valter

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Valter Moretti
Faculty of Science
Department of Mathematics
University of Trento
Italy
http://www.science.unitn.it/~moretti/homeE.html
Received on Thu May 29 2003 - 14:42:27 CEST

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