Re: domande fatte a un ricercatore infn.it

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Wed, 7 Apr 2021 21:10:02 +0200

Giorgio Pastore ha scritto:
> La metafora delle persone che si scambiano il pallone la conosco.
Lo credo bene che la conosci! Si trova a ogni angolo di strada :-)
Aggiungo però che a me non è andata mai bene, appunto perché non
spiega l'attrazione (non che il tuo boomerang o frisbee mi piaccia di
più, però).
Diverso tempo fa mi ero data una spiegazione "tecnica", che è quasi
impossibile proporre a chi non sa niente non solo di QED, ma anche di
MQ.

Supponiamo che la particella A emetta un fotone di impulso p definito.
Ne segue che il detto fotone ha una posizione del tutto indefinita
(lasciamo la parte la nota difficoltà a definire l'osservabile
posizione per i fotoni).
Più esattamente, l'ampiezza di probabilità per il fotone ha lo stesso
modulo in tutto lo spazio (e anche qui sorvolo sul problema della non
normalizzabilità: questo si potrebbe sistemare).
Ne segue che il fotone può essere assorbito da B dovunque B si trovi.
Ma se B sta "dietro" ad A rispetto al verso dell'impulso del fotone,
quella che ne risulta è appunto un'attrazione.

Come vedi, il nocciolo della spiegazione sta nel disaccoppiare la
relazione spaziale tra A e B dal vettore impulso. Disaccoppiamento
dovuto all'indeterminazione della posizione.
Ecco perché la metafora della palla è inaccettabile: perché (succede
spessissimo) tenta di trasmettere un concetto fisico importante
falsando alla radice la natura stessa di ciò che si sta descrivendo.

> Per molti miei colleghi (in genere chi viene dalla fisica teorica o
> sperimentale delle alte energie) lo scopo della fisica è un
> programma riduzionista per cui un fotone *è* la base per spiegare i
> fenomeni elettromagnetici (insieme alle particelle cariche,
> naturalmente) pertanto cercheranno di passare a tutti l'idea che se
> non si capiscono i fenomeni in termini di fotoni (reali o virtuali)
> non si sono capiti.
Lasciami essere un po' cattivo :-)
A mio parere chi sostiene questo è lui (o lei) che non ha davvero
capito.
Primo: nella visione teorica più moderna mi pare che fotoni e
particelle in generale siano da considerare elementi derivati: le vere
entità primitive sarebbero i campi.
Non sto dicendo che condivido questo punto di vista (di sicuro non
l'avrebbe condiviso Feynman).
Ma in base a ciò non mi pare che privilegiare le particelle sia un
punto di vista coerentemente riduzionista.

Secondo: ragionare in termini di particelle (reali e *necessariamente*
virtuali) dal punto di vista della QFT lo trovo semplicistico.
Uno dovrebbe sapere che quell'approccio a base di diagrami di Feynman
è un'approssimazione e assai poco fondata in senso matematico.
Prima di proporla a livello divulgativo ci si dovrebbe pensare due o
più volte.

> Io penso invece che un approccio non-riduzionista in cui ad ogni
> livello (scala) è opportuno usare la descrizione più appropriata a
> quel livello è l'approccio più fedele a quello che si fa in
> qualsiasi laboratorio ed è coerente col fatto che la QED non
> falsifica la descrizione data dalle equazioni di Maxwell su scala
> macroscopica.
Sono d'accordo, anche se forse con una motivazione un po' diversa.
Mi è anche capitato di scriverne, anni fa.
Non so se ti è capitato di leggermi.

> Per cui, ti chiedo: ma a che ti serve una descrizione in termini di
> fotoni (virtuali o reali)? qual è il fenomeno che vuoi spiegarti?
> Vuoi saperlo solo perché hai letto o qualcuno ti ha detto che quella
> è la spiegazione "ultima"?
Secondo me la ragione è un'altra.
Avrai notato che tutti parlano di fotoni anche quando non ce ne sarebbe
nessun bisogno: un pacchetto d'onde andrebbe altrettanto bene.
Anzi meglio, perché non si può pensare ai fotoni come palline
classiche!
Invece è proprio questa l'attrattiva: chi parla di fotoni li preferisce
proprio perché si sente autorizzato a pensare a piccolissime palline.
                

-- 
Elio Fabri
Received on Wed Apr 07 2021 - 21:10:02 CEST

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