Re: Scomparsa della fisica
Davide ha scritto:
> Mi permetto di cambiare oggetto al post visto che sposto completamente
> l'attenzione su un altro discorso:
> perche' secondo te "la fisica sta lentamente ma inesorabilmente scomparendo
> dalle facolta' d'ingegneria"?
>
> Ti do un piccolo spunto per completare la risposta: il mio professore di
> Fisica 1 (prof. Palano, poliba) ci ha fatto studiare i quadruvettori, jordan
> e relativita' (se non ricordo male!!!) e non ci ha mai nemmeno accennato
> concetti come potenza e fenomeni giroscopici.
> Con questo voglio dire: attribuisci la colpa al protagonismo dei professori
> (il mio si divertiva a spiegare cose su cui lui faceva ricerca)?
> All'eventuale incompetenza?
Ti ringrazio di quello che in gergo calcistico si chiamerebbe un
"assist", anche se involontario :)
Infatti quando ho scritto quella frase avevo pensato di sviluppare il
discorso, poi ho ritenuto che sarei andato troppo fuori tema. Ora mi dai
l'occasione di dire qualcosa.
Sicuramente quello che dici riferendoti a un esempio particolare e' un
fenomeno che esiste e ha delle cause: alcune banali (qualita' personali
e professionali dei singoli docenti) e altre piu' profonde e
interessanti.
E' un fatto che i fisici (almeno nel nostro Paese) tendono a lasciarsi
alle spalle i campi che considerano acquisiti, e a coltivare solo quelli
"di punta". Non che tutti siano dei Fermi o degli Einstein, ma e' li'
che c'e' l'interesse, la richiesta, li' che si fa carriera...
La fisica classica (tutta quella dell'800) e' considerata banale, poco
interessante, e doverla insegnare e' per molti solo una scocciatura.
Tanto piu' quando lo si deve fare nei corsi d'ingegneria, che sono
affollati, quindi richiedono lavoro addizionale per gli esami... E
inoltre manca la motivazione che c'e' coi fisici: addestrare dei
potenziali allievi, lavorare con ragazzi in gamba (alcuni) che danno
anche qualche soddisfazione.
Non che a ingegneria non ci siano ragazzi in gamba, ma hanno scelto
un'altra carriera, e quindi non sono interessanti...
Ma l'argomento essenziale secondo me e' il primo: la fisica classica non
interessa; tutti (i fisici) pensano di saperla e che non occorrano
particolari sforzi per insegnarla.
Di fatto quasi tutta la fisica classica e' uscita dall'ambito dei nostri
interessi ed e' stata delegata da una parte agli ingegneri, dall'altra
ai chimici.
Il che, per inciso, fa a pugni col fatto che ai fisici resta la
responsabilita' della formazione degli insegnanti secondari, che infatti
vengono formati malissimo... (A parte che per trovare un nostro studente
che si ponga come obiettivo di andare a insegnare, bisogna cercarlo col
lanternino. Ma questo e' un altro discorso.)
Secondo me la situazione che ho descritto non e' affatto soddisfacente,
perche' quella delega in buona misura non funziona.
Niente di male se nell'ambito dell'ingegneria si sviluppa poniamo
l'aerodinamica o l'elettromagnetismo applicato (sempre poniamo) alle
telecomunicazioni. Ma resta il fatto che il modo d'intendere la fisica
da parte di un ingegnere e' sostanzialmente diverso da quello di un
fisico, e insoddisfacente se viene preso come l'unico modo, o peggio se
viene addirittura considerato quello sano e giusto.
E qui si viene a un altro lato del problema: appunto l'atteggiamento dei
docenti d'ingegneria, di formazione ingegneri.
Se la fisica perde terreno, deriva si' dalle cause che ho descritto, ma
un incentivo potente e' la convinzione di molti docenti ingegneri che la
"vera" fisica sanno insegnarla assai meglio loro...
(Nota che un atteggiamento asolutamente parallelo c'e' da parte di molti
fisici, specialmente sperimentali, verso la matematica. Io ho sempre
combattuto l'uno come l'altro: le vedo come delle chiusure grette, il
rifiuto di riconoscere valore a cio' che magari si capisce poco...)
Percio', per riassumere: i fisici non fanno bene il loro dovere
d'insegnanti; dall'altra parte invece di pretendere un maggiore impegno,
si sfruttano queste deficienze obiettive per inglobare la formazione
fisica nelle materie piu' spiccatamente ingegneristiche. Inoltre i
fisici non sanno neppure difendere le proprie posizioni dal puro punto
di vista corporativo (i matematici in questo sono molto piu' bravi...).
Queste sono secondo me le cause essenziali di un fenomeno che e' sotto
gli occhi di tutti e che puo' solo avere conseguenze negative: intendo
in vista di formare dei buoni ingegneri, non altro.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Wed Apr 23 2003 - 21:04:36 CEST
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