20QfwfQ02 wrote:
> Il problema, come ho gi� detto, � il contesto disciplinare a cui si fa
> riferimento. In particolare esiste una normativa specifica, che si rif� alla
> maggiore utilit� di un simbolo piuttosto che di un altro per intendersi
> chiaramente in tale disciplina.
Sai se esistono normative spcefiche che indichino il VA o il VAr? Ho
cercato rapidamente presso la IEEE ma non ho trovato nulla.
> significato funzionale (e quindi anche fisico). Il calcolo dimensionale si
> fa sempre a parte, mai "dentro" al calcolo numerico. Anche in fisica.
Puoi benissimo mettere le unita` di misura nelle formule insieme ai
numeri, se non altro perche' puoi trovare anche alla fine errori vari.
> Essendo infine l'unit� immaginaria *dentro* alle quantit� in gioco, si
> dovrebbe parlare di 'watt immaginari' e di 'watt complessi', dunque tanto
> vale semplificare con VAR e VA.
Ripeto la domanda. Se, misurando la tensione di rete, leggo su un
voltmetro a vero valore efficace il numero 230, devo dire che la
tensione e` di duecentotrenta volt efficaci o che la tensione efficace
e` di duecentotrenta volt?
Su tutte le cose tecniche e sostanziali che hai detto sono d'accordo, le
conosco bene.
La differenza fra un ingegnere e un fisico (in questo campo) e` che il
watt per un ingegnere e` la potenza attiva, mentre per un fisico e` il
prodotto di volt per ampere. L'informazione della fase viene data non
dall'unita` di misura ma dal nome della variabile. E` solo una questione
di forma.
D'altra parte questo approccio ha qualche inconveniente anche per i
fisici: se dovessero usarlo sempre, dovrebbero misurare anche le coppie
in joule, le frequenze in becquerel e sopprimere il sievert o il gray :-)
--
Franco
Wovon man nicht sprechen kann, dar�ber mu� man schweigen.
(L. Wittgenstein)
Received on Tue Apr 22 2003 - 19:09:14 CEST