"Enrico SMARGIASSI" <smargiassi_at_trieste.infn.it> wrote in message
news:3E8C5183.5F90C382_at_trieste.infn.it...
> Valter Moretti wrote:
>
> > Comunque come dicevo la non localita'degli effetti non e' una novita'
> > in MQ, basti pensare, in altri contesti, all'effetto EPR e ai vari
> > effetti di entanglement.
>
> Vero, ma c'e` una differenza: l'entanglement riguarda due
> particelle, qui la nonlocalita' e' per una particella singola.
> Comunque la discussione e' molto interessante, credo che sia
> molto giusto quello che dici: ovvero che il punto e' proprio
> questa nonlocalita'.
Che comunque e' un problema solo per chi si rifiuta di accettare una visione
quantistica delle cose. Riassumo una versione "facile" dell'effetto AB,
cosi' vediamo di sviscerare meglio la faccenda.
Prendiamo un solenoide toroidale fatto di materiale superconduttore (come
nell'esperienza di Tonomura del 1984), in cui il campo magnetico e'
confinato senza ombra di dubbio (si puo' verificare direttamente, misurando
con uno squid ad esempio, che non c'e' fuga di campo all'esterno del toro,
grazie allo schermaggio Meissner.
Ora, tenendo il toro come bersaglio, mandiamo un elettrone e osserviamo cosa
si vede su uno schermo posto dietro il toro. Quello che si *osserva*
(tramite olografia) e' che tra la regione esterna al toro e la regione del
buco, c'e' una differenza di fase dell'elettrone proporzionale al flusso di
campo magnetico nel toro.
Se uno pensa all'elettrone come pallina, che passa "dentro al buco" o "fuori
dal buco", non capisce come cio' sia possibile. L'elettrone non "sente" il
campo magnetico, perche' sia dentro al buco che fuori e' rigorosamente
nullo. Eppure viene sfasato (o, in termini classici, deflesso da un campo
che non c'e').
Se invece uno ragiona in termini di meccanica ondulatoria, e vede
l'elettrone come onda incidente, allora l'effetto AB non e' nulla di
sconvolgente. Quello che conta e' la configurazione globale del sistema, il
fatto che in una certa regione di spazio ci sia un flusso di campo, oppure
che ci sia un potenziale vettore fatto in un certo modo. Il discorso e'
analogo alla doppia fenditura, in fin dei conti. Per capire (o per meglio
dire, per accettare) bisogna pensare in termini ondulatori.
Per quanto riguarda la non-localita', il fatto e' che questo sfasamento
(pensate al fronte d'onda elettronico come un'onda piana, che non e' piu'
piana dopo aver passato il toro. Lo sfasamento e' visualizzabile come una
funzione gradino, in questo caso a simmetria circolare, nel fronte d'onda)
viene indotto anche a distanza infinita, non importa quanto distante sia il
buco del toro dalla regione esterna. In particolare, la distanza puo' essere
milioni di volte la lunghezza d'onda (che per l'elettrone e' 2 picometri a
300kV), oppure superiore a una qualche distanza ct che si puo' voler
definire per introdurre qualcosa di analogo ai potenziali ritardati ecc.
Matematicamente, lo sfasamento indotto dall'effetto AB sul fascio
elettronico e' una bestia difficile da trattare, proprio per questa
non-localita', che introduce funzioni che vanno all'infinito come costanti
(funzioni gradino), che non sono integrabili, F-trasformabili eccetera.
Inoltre ci sono problemi topologici di spazi semplicemente connessi e cose
di cui sinceramente capisco poco.
Come ho gia' detto in passato, secondo me l'ultima parola l'ha detta Yang,
quando dichiaro' che la descrizione in termini di campo e' insufficiente
(effetto AB), la descrizione in termini di potenziale e' troppa (gauge), e
cio' che realmente serve (la fisica) e' contenuta nell'integrale su cammino
chiuso del potenziale (la citazione esatta non l'ho qui, mannaggia, e' in un
libro che ho visto a Bologna).
Bye
Hyper
Received on Thu Apr 03 2003 - 19:10:45 CEST
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