Se fossi io uno studente di fisica (e tutto sommato non sono distante dal ruolo, se non anagraficamente), sarei piuttosto insoddisfatto, e confuso, di una simile introduzione. Al di là della dubbia completezza, precisione od utilità dei singoli punti (in particolare quello relativo alla cosiddetta massa relativistica), il vizio di fondo è mescolare, senza dichiararlo nei singoli enunciati (magari c’è in premessa?) l’approccio tradizionale “newtoniano” con quello “relativistico”, con il risultato di ingenerare una gran confusione. La massa prima è una costante monolitica invariante, insensibile alla posizione ed alla temperatura, poi però varia con la velocità, si trasforma in energia e via dicendo.
In più, e qui tocco un punto che nei miei (aleatori) tentativi di comprensione della RS mi ha sempre messo in difficoltà, in due passaggi c’è il solito modo “discontinuo” di presentare alcuni concetti che secondo me confonde le idee.
- punto 5: se proprio voglio incasinare qualcuno con la massa relativistica (sull’utilità per non dire correttezza di farlo segnalo “dialogo sulla massa relativistica” di Elio Fabri) perché dire “quando un oggetto si muove a velocità prossime… “? Sembra che la massa se ne stia buona buona e poi ad un certo punto aumentando ancora la velocità “dia i numeri”. Non è così: la massa relativistica, se proprio voglio usarla, è una funzione crescente di v, cresce sempre al variare di v da 0 a c; quello che succede, e questo intendeva l’autore, è che l’effetto è apprezzabile solo per velocità prossime a c. Sarà una imprecisione linguistica di poco conto, forse chiunque capisce il senso del discorso, ma a me infastidisce.
- punto 6: più o meno stessa falsariga, parlare di rapporto massa/energia con riferimento alle sole reazioni nucleari, lasciando il lettore a chiedersi come mai in una normale reazione chimica esotermica, con produzione di energia, ad esempio una combustione, la cosa (ossia il difetto di massa a seguito di produzione di energia) non sia vera, visto che con quella energia lì ci muoviamo e trascorriamo l’inverno. Anche qui, andrebbe detto che la cosa è continua, e diventa apprezzabile per le reazioni nucleari in cui la produzione di energia è tanto grande che, nonostante il fattore c quadrato il deficit di massa diventa osservabile sperimentalmente.
p.s: su questo ultimo specifico punto vado contro l’opinione di molti esperti. Su un sito che ospita(va) un forum che adesso non ricordo (lo avevo trovato digitando su google la stringa “deficit di massa nelle reazioni chimiche”) un poveraccio che chiedeva conferma del fatto che la teoria di Einstein prevedesse difetto di massa anche per le reazioni di tutti i giorni (benché non fosse misurabile/misurata) è stato bollato come noioso e arrogante troll che non sa cosa è la fisica.
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Subject: Re: Una discussione letta su un altro gruppo (niente di mio...)
Date: Wed, 17 Mar 2021 11:44:42 +0100
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Subject: Re: Una discussione letta su un altro gruppo (niente di mio...)
Date: Mon, 15 Mar 2021 11:31:14 +0000 (UTC)
Bruno Cocciaro ha scritto:
> La x immagino che Ignatowsky la associ tramite regoli nella maniera
> usuale, e la t come fa?
Semplice: su tutto questo non dice neppure una parola.
Pangloss ha scritto:
> Ignatowsky nel suo articolo oltre ad avvalersi del PR, insieme con
> omogeneita' ed isotropia dello spazio, considera "augenscheinlich"
> (evidente) l'affermazione che se v e' la velocita' del riferimento K'
> rispetto a K allora -v e' la velocita' di K rispetto a K'.
Su omogeneità e isotropia, tutto ciò che dice I. è questa frase:
"Since space is to be assumed as being homogeneous and isotropic, it
can be shown from that and from reasons of symmetry that and can only
implicitly occur through in equation (6),"
"It can be shown" rimanda a un altro scritto:
"... an article of mine which will appear in the Archiv f. Math. u.
Phys. soon."
Non ricordo bene: credo di aver cercato quell'articolo e di non averlo
trovato. Qualcuno saprebbe rintracciarlo, se esiste?
Comunque l'articolo di I. mi aveva lasciato insoddisfatto in vari
punti. In sostanza buona parte dell'introduzione, fino all'eq. (8),
non mi pare ben giustificata.
Tant'è che mi ero messo a scrivere un "Ignatowski a modo mio", che
però debbo ancora finire.
Ho deciso di mettervene a parte, con le dovute riserve. Lo trovate in
http://www.sagredo.eu/temp/Ignatowski.pdf
Metto le mani avanti, soprattutto per Bruno :-)
Neppure io considero *come vengono definite le coordinate temporali.
Mi sono messo da un punto di vista del tutto "tradizionale."
La cosa curiosa non è tanto che anche I. faccia questo, ma che lo
faccia lo stesso Einstein nella prima pagina, quando introduce il
secondo postulato (sulla velocità della luce) prima di dire qualcosa
su come sia definito il tempo e quindi la velocità.
--
Elio Fabri
Received on Sun Jun 13 2021 - 07:36:39 CEST