Re: Principio di equivalenza

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Thu, 20 Feb 2003 21:24:08 +0100

rez ha scritto:
> ...
> Non ho ancora avuto occasione di consultare neppure uno dei
> testi che mi avevi indicato:-(
> Ora, alla luce di quanto scrivi qui, non e` che per caso io in
> quei testi finisca per non trovarci neppure una volta il nome di
> "forze di marea"?
Te li ho citati appunto perche' ne parlano: in piu' casi le trovi pure
nell'indice analitico.

> La mia domanda era infatti: "Chi le ha chaiamate per primo con
> tale nome?" E ipotizzavo anche: "Per caso sei tu, o qualcun
> altro qui nelle news?".
No. Il mio punto e' che a un certo punto e' diventato normale collegare
il tensore di Riemann alla forza di marea, citare queste come effetto
della non esatta cancellazione della gravita', ecc.
Non ho mai dubitato che Einstein ecc. avessero chiaro il carattere
locale del PE.
Ma a un certo punto c'e' stato un cambiamento di punto di vista, che si
e' tradotto in una "visualizzazione" di un fatto arcinoto nella forma
della marea.

A mio modo di vedere questo non e' privo di significato: e' cosi' che
una scienza evolve.
Ho sempre ritenuto stupido che si dica "ma in fondo la meccanica
e'sempre la stessa".
Basta confrontare libri separati da 50 anni per accorgersene, eppure non
c'e' dubbio che le leggi fondamentali sono note da secoli...
Pian piano le cose vengono reinterpretate, aspetti e concetti che erano
tenuti in ombra passano in primo piano, e viceversa.
Per esempio, ai miei tempi nei testi liceali le leggi di conservazione
erano solo un piccolo paragrafo senza molta importanza; oggi sono
capitoli centrali di qualsiasi libro.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Thu Feb 20 2003 - 21:24:08 CET

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