Elio Fabri ha scritto:
> Andrea Barontini ha scritto:
>> Io l'apprendimento della MQ me lo immagino cosi': si parte dal
>> contesto classico e si comincia a sviluppare e utilizzare la
>> formulazione ondulatoria per l'atomo di idrogeno e ...zip...
>
> La mia esperienza (ormai non tanto recente: insegnavo queste cose
> quasi 50 anni fa...) discende dalla convinzione che il problema della
> m.q. non e' tanto di formalismo matematico, quanto di *paradigma*,
> ossia di modo di pensare, di trattare i problemi fisici.
Giusto.
Ma proprio per questo, non sarebbe necessario che, l'approccio, la
comprensione, prima superficiale e poi profonda, fino, si spera al
dominio, del modo di pensare debba maturare con tempi adeguati, tenendo
in debito conto anche la possibilita' di equivoci ed errori da sanare?
In fin dei conti, nel Vecchio Ordinamento, che si *doveva* migliorare al
terz'anno si era *completamente* dedicati allo studio del paradigma:
-Istituzioni di Fisica Teoria
-Metodi matematici
-Struttura della Materia
un anno di tempo e tutte le energie indirizzate li'. Almeno c'era tempo...
> In questo senso la strada che tu sembri preferire non mi sembra la
> migliore, perche' non porta a cogliere appunto il cambiamento di modo
> di pensare.
> Ne' mi sembra utile seguire un approccio "pseudostorico", che in
> realta' non insegna niente di utile.
>
Pero' l'approccio pseudo storico *e' stato* importante. [1]
Certo, il Caldirola-Cirelli-Prosperi "Istituzioni di Fisica Teorica" che
segue questo approccio, dichiarando espicitamente di "...far riferimento
alle intuizioni originali di de Broglie e di Schroedinger..." e' un
testo di 965 pagine di cui 204 dedicate alla riproposta della Fisica
Classica.
[ En passant,
segnalo all'OP, anche il testo di S. Boffi:
http://www.pv.infn.it/~boffi/libro.html
un po' piu' "attuale" conservando l'impronta].
> Questo perche' e' appunto "pseudo-": in questo concordo completamente
> con quanto scrive Feynman in QED. Detto con parole mie, quella che
> spesso viene fatta passare dai fisici come "storia" dello sviluppo di
> una certa teoria e' una falsa storia: la storia vera in genere e' assai
> piu' complicata, non chiara, non lineare, difficile da capire e da
> seguire.
Penso sia cosi' anche per la Storia dell'Uomo, figurati per quella della
Fisica!
> Basti solo osservare che per capire la storia bisognerebbe sapere
> quello che sapevano (e non sapevano) i fisici del tempo, come
> pensavano...
> Altrimenti si fa appunto una _caricatura_ di storia.
>
Eh!
> Viceversa, dato che dalla nascita della m.q. sono ormai trascorsi
> quasi 90 anni, in cui molte cose sono successe, nel modo di capire la
> teoria come nella conoscenza dei fatti sperimentali, un approccio
> "moderno" e' sicuramente piu' formativo.
>
All'uopo, chiedo attenzione su un testo molto moderno:
Konishi-Paffuti
Meccanica Quantistica: nuova introduzione
Edizioni PLUS
specificatamente indirizzato al terz'anno del Nuovo Ordinamento
Dovrebbe essere il punto di arrivo della "scuola pisana".
Mi pare un bel testo, supportato anche dai nuovi strumenti, con i
notebook di Mathematica e file da passare a matlab.
Tra le altre cose il costo del testo di teoria, 16 euro, dovrebbe essere
tale da non mancare nella biblioteca di uno studente. Comunque.
[C'e' anche il testo di Applicazioni, per la cronaca, ma mi pare che la
richiesta originale orientata ai soli principi].
Anche un testo cosi' moderno, si apprezza, liquidata in due paginette
l'accenno all'invariante adiabatico "...che ha giocato un ruolo chiave
nello sviluppo della meccanica quantistica. ..." (Un omaggio a Fermi?)
>> Io spero che il taglio dei miei corsi del secondo e del terzo anno sia
>> questo, e in caso non mi spaventa di certo comprare due libri, ...zip...
>
> > Avevo trovato tuoi vecchi post in cui parlavi anche del Dirac...
> Si', e ancora oggi lo difenderei come esempio di quello che ho
> chiamato sopra un "approccio moderno".
> Il limite del Dirac e' che non puo' bastare in nessun caso, perche'
> non si cura minimamente di studiare l'impiego della m.q. a sistemi
> fisici reali.
> Intendiamoci, l'atomo d'idrogeno ce lo trovi, la teoria delle
> perturbazioni anche, ma non c'e' mai un numero che sia uno, ne'
> un'applicazione pratica delle perturbazioni se non a questioni molto
> generali.
>
Dirac era di poche parole ...
Saluti, Dido.
[1] Ancora l' Onofri-Destri Istituzioni di Fisica Teorica, pubblicato
nel 1996, prima della Rivoluzione, quindi, 573 pag, ma formato
"amichevole" non si svincola dalla traccia (170 pag per arrivare ai
postulati).
Per la cronaca il Picasso ci impiega 54 pag.
Received on Wed Jan 19 2011 - 15:50:48 CET