Re: Stato liquido

From: Patrizio <patrizio.pan-2002_at_libero.it>
Date: Tue, 11 Feb 2003 02:39:37 GMT

Il 11 Feb 2003, 00:28, Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it> ha scritto:


> Roberto Rosoni wrote:

(.....)

> > E, ricollegandomi a quanto scritto sui solidi cristallini, � vero che le
> > sostanze amorfe (come il normale vetro non-cristallino) sarebbero da
> > considerare dei liquidi di altissima viscosit� e non dei veri solidi?

> In un certo senso e' questione semantica. Il punto e' che se la
> viscosita' di un liquido cresce, al di sopra di un certo valore i tempi
> di rilassamento rispetto a sforzi di taglio divengono maggiori dei tempi
> di osservazione del sistema e percio' su quella scala temporale il
> liquido si comporta come un solido amorfo.

> Ciao
 
> Giorgio

Ciao Giorgio,

ho un piccolo dubbio su questa tua ultima risposta. Concordo con cio' che
dici in generale e sul fatto che la questione sia anche un po' semantica.
Tuttavia, (mettendoci in casi molto "privilegiati") prendiamo solidi
cristallini "unimolecolari in 3 dimensioni", che possono essere *idealmente*
suddivisi in 3 tipi: (1) Covalenti (a banda di valenza piena, alto band-gap,
quindi isolanti, cioe' non-metallici), (2) Ionici puri (trascurando le
polarizzazioni degli ioni e, pero', con tutto quanto detto in parentesi
per il primo tipo), (3) Metallici. Escludiamo questi ultimi, per
semplicita'.
E' vero che tra (1) e (2) ci puo' essere tutta una gradazione, a seconda del
il tipo di leg. che puo' andare, quasi con continuita', dal cov. puro, allo
ionico puro, ma l'essenziale e' che cmq siano leg. forti e di *direzione ben
definita*, altrimenti possiamo avere "solidi vetrosi". Esempi dei tipi
(1) e (2): C (Diamante, non Graf., ovv.), BN (quello isomorfo al diamante),
BeO, LiF (serie formalmente isoelettronica e quasi isostrutturale, eccetto
LiF), molti sali (non tutti), alcuni ossidi (SiO2, ma non la forma vetrosa),
etc..
Supponiamo di prendere uno di questi cristalli e applichiamo forze di taglio
inferiori (anche di poco) ad una soglia critica; dopo tolta la forza, esso
dovrebbe riprendere la propria forma antecedente, indipendentemente dal
tempo di applicazione della forza. Se, invece, la sogia viene superata, esso
si spezza. (Per i Metalli, cio' avviene, di solito, dopo piegamento
evidente,
eventualmente ripetuto, tipico di un comp. pressoche' anelastico).
D'altro canto, se prendiamo un "solido vetroso" e lo sottoponiamo ad analogo
trattamento, esso, non essendo cosi' elastico, inizia, dapprima impercetti-
bilmente, a cambiar forma; tale cambiamento e' cumulativo nel tempo, per
cui,
tolta la forza, il rilassamento avviene, ma e' insuff. a lo riportarlo alla
sua forma originale.
In un post (precedente) di risposta a Roberto, che non e' ancora apparso
qui,
facevo l'esempio dell'impossibilita' di costruire obiettivi di telescopi
rifrattori di apertura suff. ampia proprio per la lenta modifica di forma
che
subirebbero a causa della forza peso approx. prop. al diametro^3.

Ciao di nuovo,

Patrizio

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Received on Tue Feb 11 2003 - 03:39:37 CET

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