Michele Ancis wrote:
> giocando con alcuni apparecchi elettronici sono venuto a conoscenza
> (udite udite) dell'esistenza di alimentatori "switching". Codesti
> alimentatori, pena l'insorgere di altri problemi, offrono un
> ingombro/peso molto minore degli alimentatori normali, a parita' di
> potenza richiesta. Cio' a quanto ho capito (e visto) e' dovuto alla
> presenza di trasformatori che stavolta operando a frequenze molto
> maggiori di quella di rete (si parla di 0.1 - 1 MHz), sono molto piu'
> piccoli/leggeri. La mia domanda e': perche'?
> Auto risposta buttata la': la tensione ai capi degli avvolgimenti e',
> secondo la legge di Lenz, proporzionale al tasso di variazione del
> flusso di B, per cui aumentando questo tasso di variazione (la
> frequenza) e mantenendo la tensione costante, il flusso diminuisce in
> maniera inversamente proporzionale...ergo: ottengo lo stesso "effetto
> trasformatorico" con un flusso molto minore. Ora, essendo il flusso di
> B legato ad una superficie...
> tutte panzane?
No, direi che sia decisamente sul giusto. Una maggiore frequenza implica
un minore flusso concatenato (integrale della tensione nel tempo). Il
minore flusso concatetenato te lo puoi giocare sia in termini di
superficie trasversale del ciruito magnetico, sia in minore numero di
spire (anche questo contribuisce ad aumentare il rendimento del
trasformatore e a renderlo piu` piccolo).
La realta` e` un po' piu` complicata. Le dimensioni di un trasformatore
non dipendono direttamente da parametri elettrici. Se scrivi le
equazioni per il progetto di un trasformatore, scopri che non c'e` modo
di trovare le dimensioni del nucleo, che sono date dalla necessita` di
non avere degli aumenti di temperatura troppo elevati. In pratica e` una
equazione termica che, insieme con i dati elettromagnetici permette di
scegliere le dimensioni del trasformatore.
Ciao
--
Franco
Wovon man nicht sprechen kann, dar�ber mu� man schweigen.
(L. Wittgenstein)
Received on Mon Dec 02 2002 - 18:24:21 CET