Re: Espansione dell'universo e fattore di scala

From: Tetis <ljetog_at_yahoo.it>
Date: Thu, 16 Dec 2010 10:01:17 -0800 (PST)

On 9 Dic, 15:14, no_spam_at_no_spam.com (Aleph) wrote:

> Penso tuttavia sia pi utile, soprattutto per un principiante, considerare
> il fattore di scala dell'espansione come adimensionale e universale (uno e
> uno solo per ogni coppia di galassie dell'Universo e per ogni istante di
> tempo cosmico t), in questo modo la distanza fisica tra una qualsiasi
> coppia di galassie in funzione del tempo espressa come:
>
> d(t) = do*R(t) = do*(t/to)^2/3
>
> (l'ultima uguaglianza vale nel caso di un Universo di Einstein-de Sitter)

Ecco. E' quindi all'universo di Einstein-deSitter che stavate facendo
riferimento, ed anche Fabri. Ma in questo modello cosmologico
l'espansione rallenta (la derivata seconda della distanza e' infatti
una funzione negativa del tempo) mentre i dati cosmologici indicano
accelerazione dell'espansione, come si avrebbe in un universo dominato
dalla costante cosmologica. In tal caso la soluzione delle equazioni
di Friedman Lemaitre e' anche piu' semplice se si assume di tenere
conto della costante cosmologica per mezzo dell'equazione di stato p - \rho questo implica infatti che rho e' una costante del moto
(ammesso che la costante cosmologica sia effettivamente dominante) e
di conseguenza che:

d(t) = d0 e^(rad(\Lambda / 3 ) t)

In tal caso in effetti risulta che la derivata seconda della distanza
non solamente � una funzione positiva del tempo ma addirittura � essa
stessa crescente esponenzialmente. Se questo modello cosmologico e'
valido ne segue che la derivata prima di d(t) per una distanza
comovente sufficiente diventa certamente maggiore della velocit� della
luce ed inoltre la distanza comovente per la quale si verifica ci�
diventa via via pi� piccola man mano che cresce il tempo cosmologico
universale t.

Una volta nota l'equazione per R(t) ovvero per la sua variante
adimensionale e' particolarmente semplice andare a risolvere
l'equazione che descrive la propagazione della luce se si ammette una
geometria piatta dell'universo (e siamo gia' al terzo se della
faccenda) comunque sia si verifica che sia con riferimento ai segnali
di luce emessi nelle epoche piu' remote sia con riferimento alle
distanze comoventi della massima distanza da cui pu� provenire la luce
emessa nell'odierno tempo cosmologico, l'integrale che esprime la
distanza comovente dei punti dai quali la luce potr� giungere qui, ad
un tempo futuro t, e' una funzione crescente del tempo futuro. Ma a
differenza che nei modelli cosmologici come quello che avete preso in
considerazione in questo thread, questo integrale ha un asintoto.
Questa distanza comovente limite � detto un orizzonte (delle
particelle se fa riferimento alla luce emessa "oggi" cosmologico se fa
riferimento alla luce emessa alle origini dell'universo, a partire dal
momento in cui la velocit� di espansione � divenuta post-
inflazionistica ovvero (nell'epoca inflazionistica alla costante
cosmologica vanno aggiunti degli altri contributi) sufficientemente
contenuta da permettere di considerare come distinti i punti
causalmente connessi.

Mi sono espresso correttamente?

> con la normalizzazione R(to) = 1 e la distanza comobile uguale alla
> distanza fisica al tempo presente (to).
>
> Saluti,
> Aleph
>
> --
>
> questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuitohttp://www.newsland.it/newssegnala gli abusi ad ab..._at_newsland.it

By the way: ma qualcuno sa perche' da qualche tempo su Usenet ho
assistito ad un'involuzione nella decodifica dei caratteri unicode?
Fino a qualche tempo fa riuscivo a leggere le lettere accentate,
adesso da un poco a questa parte mi accorgo che in alcuni post
spariscono come ai bei tempi in cui erano supportati solo i caratteri
ASCII.
Received on Thu Dec 16 2010 - 19:01:17 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Thu Nov 21 2024 - 05:10:32 CET