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From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Sun, 13 Oct 2002 19:56:27 +0200

petalo ha scritto:
> Il libro dice di prendere piu' corpi carichi, giustapporli e il corpo che ne
> risulta avra' *per definizione* una carica pari alla somma delle cariche dei
> corpi componenti. Ma non mi convince granche', del resto anche nel caso della
> massa e' una cosa che si vede con esperimenti no?
Beh nel caso delle masse si puo' ragionare cosi': prendo un carrello e
ci carico spra diversi oggetti. Dico che le masse (inerziali) sono
additive. Dopo di che verifico che la forza occorrente per una data
accel. e' proporzionale alla massa.
In questo senso posso fare lo stesso con le cariche, a parte la
difficolta' geometrica: le cariche non possono occupare lo stesso posto,
per cui solo a grande distanza la forza prodotta e' la somma delle
singole forze.
Definita cosi' la carica additiva, e' un fatto sperimentale che la forza
su una carica di prova e' prop. alla carica.
Il principio di sovrapposizione e' un fatto indipendente, se per p.d.s.
intendiamo che _in ogni condizione_ il campo risultante e' la somma dei
campi, comunque siano disposte le cariche.

> Ecco, questo e' un problema.
> Vedo che molti operatori che in analisi due mi erano stati presentati
> direttamente in coordinate cartesiane hanno invece una definizione
> intrinseca. Chissa' perche' fanno cosi'?
Non discuterei che si cominci dalla definizione cartesiana: puo' essere
una scelta didattica. Ma si dovrebbe dire che in realta' la def. puo'
essere data in modo intrinseco.
Per es. la div di un campo vettoriale puo' essere data usando (a
rovescio) il teorema della divergenza. qualcuno lo fa.
Il gradiente puo' essere definito con le superfici di livello, ecc.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Sun Oct 13 2002 - 19:56:27 CEST

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