Re: Come la definire una trasformazione reversibile?

From: carlo spinelli <cspine78_at_gmail.com>
Date: Sun, 28 Nov 2010 10:06:47 -0800 (PST)

On 18 Nov, 12:45, no_spam_at_no_spam.com (Aleph) wrote:

> Pensa al tuo sistema isolato termicamente e meccanicamente dall'esterno:
> puoi fare il buco piccolo quanto ti pare, ma una volta raggiunto
> l'equilibrio tra i due recipienti non tornerai mai, senza usare calore o
> lavoro dall'esterno, alla situazione di partenza.

No, no. Pare che tu mi stia spiegando che l'espansione libera �
irreversibile.
Questa risposta significa che non hai letto e/o capito la mia domanda.

On 19 Nov, 21:26, Elio Fabri <elio.fa..._at_tiscali.it> wrote:

> Io direi che devi proprio usare alla lettera il significato di
> "reversibile".
> Occorre che il sistema passi per stati termodinamici definiti, e
> occorre poi che la trasformazione possa essere invertita con una
> variazione piccola a piacere di qualche parametro esterno
> (temperatura, pressione...)

Molto interessante. Ma faccio fatica a collegare dei pezzi: se
definisco una trasformazione reversibile come una trasformazione
ideale che pu� essere effettuata alla rovescia riportando sistema e
ambiente (non mi piace la parola "universo" in questo contesto) alle
condizioni iniziali, dove "entra" il fatto che la trasformazione deve
avvenire lentamente? E' una necessit� logica o un fatto sperimentale?
(ovviamente si pu� parlare di fatti sperimentali anche per lo studio
delle condizioni ideali, si pensi, in altro contesto, alla classica
biglia che rotola su piani sempre pi� levigati...)
Received on Sun Nov 28 2010 - 19:06:47 CET

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