Re: componenti lineari passivi (dipoli)

From: Giorgio Bibbiani <giorgiobibbiani_at_TIN.it>
Date: Mon, 13 Dec 2021 07:20:56 +0100

Il 13/12/2021 06:12, Franco ha scritto:
> On 12/11/21 3:13, Giorgio Bibbiani wrote:
>
> Una risposta a una affermazione dell'altro messaggio. Si dice normalmente che ci sono solo tre componenti passivi lineari, ma nel 1971 Chua ha
> visto che ne mancava uno e ha definito il memristore, qui l'articolo
> https://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.189.3614&rep=rep1&type=pdf
> Il memristore lineare e` indistinguibile da una resistenza, mentre quello non lineare ha un comportamento diverso.
>
> Per parecchio tempo e` stato considerato una curiosita`, ma una quindicina di anni fa l'HP ha invitato Chua a tenere una serie di lezioni sul
> memristore, senza specificare perche'. Un po' di tempo dopo e` venuto fuori che avevano costruito un memristore per fare una memoria non
> volatile. In seguito a questo episodio la definizione di memristore e` stata ampliata e sistematizzata.

OK, quindi la scoperta del memristore non falsifica l'affermazione di H&H dato che scrivi che
quello lineare equivale a un resistore (in effetti H&H citano il memristore, nella versione
non lineare, per rafforzare la loro tesi).

>> Ma se k nella formula (2) sopra fosse negativo verrebbe una resistenza positiva,
>> e quindi un componente passivo, no?
>
> Si`, diventerebbe un "componente" passivo anche se guardi solo i due terminali fra i quali c'e`la resistenza positiva dipendente dalla frequenza.

Intendo che la parola chiave sia "solo", cioè il dispositivo attuale sarebbe un n-polo con n > 2,
e magari alimentato esternamente.

>
>> Forse il problema sta nel fatto che un tale dispositivo non sarebbe fisicamente realizzabile?
>
> Faticando un poco probabilmente la si riesce a fare, dovrei fare qualche conto. La resistenza negativa dipendente dalla frequenza e` quella che
> viene "naturalmente" quando si usa un GIC (convertitore di impedenza generalizzato), ed e` utile avere una resistenza negativa per cancellare
> l'effetto di resistenze positive e introdurre un guadagno.
>
> Inoltre se si traduce un filtro passivo (RLC) in un filtro che non usi le L ma le resistenze variabili con la frequenza, queste devono essere
> negative altrimenti non si riesce a ottenere la funzione di trasferimento che si aveva con l'RLC.
>
> Per quanto riguarda il diodo, dal punto di vista energetico e` un componente passivo, ma in molti casi lo si considera attivo perche' si usa la
> definizione che deve erogare piu` potenza di quella che ha assorbito *su una limitata banda di frequenza*. Un diodo usato come moltiplicatore di
> frequenza eroga energia su una frequenza che non c'era all'ingresso del circuito pertanto e` attivo.

Già, avrei dovuto ricordarlo, ad es. in passato avevo incontrato i diodi Gunn...

Vorrei fare un'ultima domanda, diretta, perché mi rendo conto che l'argomento
è profondo e ne sto solo scalfendo la superficie:
E' vero che gli unici bipoli (che siano realmente tali, cioè escludendo il caso
in cui si seleziona una coppia di terminali da un dispositivo a n-poli magari
alimentato esternamente) lineari passivi (passività nel senso che avevi descritto
per primo in precedenza) _fisicamente realizzabili_ sono i 3 già citati da H&H
(escludendo le composizioni, ad es. RC serie ecc., che hanno come componenti
elementari i 3 già citati)?
1) sì
2) no
3) non si sa.
(ho sottolineato "fisicamente realizzabili" perché mi hai già confermato che
teoricamente il dispositivo della precedente formula (2) con k negativa
soddisferebbe alle altre condizioni richieste).

Grazie mille!
Ciao

-- 
Giorgio Bibbiani
(mail non letta)
Received on Mon Dec 13 2021 - 07:20:56 CET

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