Paolo Russo wrote:
> [Luciano Buggio:]
> >E' confermato sperimentalmente?
> >Cio�, per esempio, si sono fatti esperimenti di estrazione di elettroni
> >(effetto fotoelettrico) con la sorgente in moto?
> Con l'osservatore in moto si', e il moto e' relativo,
> naturalmente.
Io mi riferivo al moto della sorgente, non dell'osservatore.
Contemporaneamente sono stati pubblicati il mio ed il tuo reply, in cui
entrambi facciamo indipendentemente riferimento, dichiarando superlfuo il
ricorso all'effetto fotoelettrico da me richiesto, all'assorbimento:-)
Anche tu dici:
> Non penso occorra usare l'effetto
> fotoelettrico.
Poich� per�, appunto, io parlo di sorgente in moto (e non di osservatore
in moto), chiamo in causa l'allontanamento o l'avvicinamento della
sorgente, per esempio nello studio del moto dei corpi celesti.
Quando si vuole misurare la velocit� di rotazione del sole si guarda come
sono spostate le righe di Fraunhofer delle immagini dei due bordi del
disco solare.
La luce da essi proveniente passa attraverso l'atmosfera del sole, ove
avviene l'assorbimento. Come gi� ho riferito nell'altro reply, e tu
ribadisci nel presente tuo, l'assorbimento pu� avvenire solo a una
determianta energia dei fotoni, e se vediamo ancora le righe nello spettro
a terra, per quanto spostate (si spostano per via della lunghezza d'onda
aumentata o diminuita) vuol dire che l'energia dei fotoni provenienti dai
bordi, indipendentemente dal loro avvicinarsi od allontanarsi, � sempre
quella, e non � variata con la frequenza.
Tutto ci� non mi pare in contraddizione con quanto tu dici a proposito del
tuo osservatore in avvicinamento.
(cut)
> L'effetto Doppler
> e` stato usato per raffreddare una sostanza a frazioni di
> grado Kelvin. Si irraggia la sostanza con fotoni di energia
> appena un pelino troppo bassa perche' vengano assorbiti dalla
> sostanza. Tuttavia, quando una molecola di quella sostanza si
> dirige verso la sorgente, per effetto Doppler "vede" i fotoni
> come aventi energia piu' alta, li assorbe e questi "urti" la
> fanno rallentare. Le molecole che invece si prendono i fotoni
> "nella schiena" li vedono di bassa energia e non li assorbono
> (cosa che altrimenti le farebbe accelerare). In questo modo
> si riesce a rallentare le molecole, ossia a raffreddare la
> sostanza.
Non sapevo questa cosa e mi ha molto stimolato.
Non so se segui il mio dibattito con Franco (o se sei al corrente delle
mie strane idee su come si muovono i fotoni), per� quanto dici te lo posso
raccontatre col mio modello.
La sostanza di cui parli �, evinco, un mezzo dotato di un indice di
rifrazione. Secondo la mia teoria la luce che lo attraversa consiste di
fotoni che fanno salti cicloidali "allungati" (secondo la terminologia
corrente della cineamtica e della geometria).
Vedi qui:
http://www.scuoladifisica.it/Fisica%20One%20Chapter%20Seven.html
in particolare il 2.4.
I fotoni immessi nella sostanza da raffreddare, nel tratto della loro
traiettoria in cui si forma l'"asola" della cicloide allungata, tornano
letteralmente indietro, verso la sorgente, alla minima velocit�..
La loro velocit� non � mai nulla, rispetto al riferimento del corpo
attraversato, ma lo pu� essere rispetto alle sue molecole se queste sono
in agitazione, ed avviene esattamente quello che dici tu: se il loro moto
casuale le porta alla velocit� giusta nello stesso verso retrogrado, sono
ferme rispetto al fotone, e quindi possono interagire con esso ("Lo
vedono, come molto bene dici dici").
Non interagiscono nel momento in cui sono ferme, rispetto al riferimento
del corpo nel cuo complesso (se vuoi il "contenitore" del mezzo"), e, a
maggior ragione, quando si muovono nello stesso verso della propagazione,
allontanandosi dalla sorgente.
Ho pensato che quanto tu dici, spiegnado un modo di raffreddare una
sostanza, pu� fornire un modello per spiegare fenomeni che avvengono in
una sostanza raffreddata, per esempio la superconduttivit�.
Se immaginiamo che gli elettroni siano particelle che si muovono
"saltellando", quindi con velocit� ciclicamente variabile, ed assumiamo
che sono tanto meno disturbati in questo loro moto quanto meno
interagiscono con atomi e nuclei atomici, vale a dire quanto meno li
"vedono" nel senso che tu dici ("nel senso cio� che sono "fermi rispetto
ad essi"), risulta che essendo gli atomi in agitazione prima o poi si
stabilir� una convergenza, in direzione, verso e modulo, delle velocit�,
visto l'ampio spettro di esse. Se invece gli atomi sono fermi, ( e magari
la velocit� variabile periodicamente degli elettorni mai nulla) non
accadr� mai che un elettrone "veda" un costituente della materia.
Ciao.
Luciano Buggio
http://www.scuolaldifisica.it
> Ciao
> Paolo Russo
--
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Received on Tue Jun 25 2002 - 18:33:11 CEST