"Roberto Rosoni" <roberto.rosoni_at_libero.Lock.it> ha scritto nel messaggio
news:stighusikv5jhc833q8o0p89iput0svam3_at_4ax.com...
> Fri, 21 Jun 2002 21:29:24 +0000 (UTC), "Woodridge" <woodridge_at_libero.it>
ha
> scritto, a proposito di "Re: locomotiva":
>
> > Vi faccio pero' osservare che il rendimento in un ciclo termico NON
> > dipende esclusivamente dalle temperature delle due sorgenti. Questo e'
> > vero solo per cicli termici ideali (macchine reversibili), per quelli
> > reali (macchine reali) il rendimento e' in generale minore (spesso molto
> > minore) della macchina reversibile che lavora tra le stesse temperature.
>
> Indubbiamente, ma qui il problema non � l'efficienza complessiva di una
> locomotiva, ma la differenza di efficienza della stessa locomotiva nel
caso
> sia a ciclo aperto (come in realt� sono) oppure a ciclo chiuso con
> installato un ipotetico condensatore che chiuda il circuito.
>
Immaginiamo due cicli di Carnot a vapore:
Ciclo 1)
a) comprimiamo l'acqua
b)le cediamo calore (latente) a temperatura costante
c)la espandiamo adiabaticamente fino a 50 gradi celsius
d)la condensiamo isotermicamente
Ciclo 2)
stesso ciclo di cui sopra, ma l'espansione c) avviene solo fino alla
pressione atmosferica per poter espellere il vapore
E' evidente che la temperatura alla fine di c2) sara' uguale o superiore ai
100 gradi celsius
E' altrettanto evidente che la pressione alla fine di c1) sara' inferiore a
quella atmosferica.
In altre parole anche il ciclo ideale di riferimento ci mostra che conviene
non scaricare nell'aria ma espandere fino a pressioni inferiori a quella
atmosferica, poi condensare.
Le locomotive scaricano nell'aria per motivi pratici: oltre all'ingombro del
condensatore avrebbero difficolta' ad approvvigionarsi di una sufficiente
quantita' di fluido di raffreddamento (l'aria non basta).
Le centrali elettriche possono invece sfruttare per il raffreddamento un
corso d'acqua o addirittura il mare.
Saluti
Mino Saccone
Received on Wed Jun 26 2002 - 09:52:39 CEST
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