Re: Stati intermedi

From: Paolo Russo <paolrus_at_libero.it>
Date: Mon, 17 Jun 2002 21:12:26 GMT

[Elio Fabri:]
>Guarda che lo spazio di Hilbert ha sempre infinite dimensioni, anche per
>una sola particella...

Beh, una cosa e` lavorare con oo^3 dimensioni, altra con
oo^1000000000... d'accordo, sempre infinite sono e la
cardinalita` e` sempre quella del continuo, pero`...

>(Questa e' una questione strana, che un tempo mi aveva fatto un po'
>pensare: di spazi di Hilbert separabili su C ce n'e' uno solo, ossia
>sono tutti isomorfi, qualunque sia il sistema che studi.)

Questo punto non mi e` chiaro. Tieni conto che sono un po' a
digiuno di terminologia matematica. Che intendi con
"separabili"?

>> ... un po'
>> perche' non mi e` chiaro come l'evoluzione temporale con
>> l'eq. di Schr. di un *qualunque* modello di strumento di
>> misura possa mai portare ad un collasso della funzione d'onda
>> che sia reale e non solo apparente "alla Everett".
>Ma questo e' ben noto, ed e' appunto il problema della teoria
>quantistica della misura!

Infatti, proprio per questo non ho capito (e tuttora non
capisco) cosa intendesse dire Valter: si sa gia` benissimo da
circa mezzo secolo cosa dovrebbe accadere al sistema di
misura prendendo per buona (sempre) l'eq. di Schr., o in
generale una qualunque evoluzione, lineare o no, che conservi
localmente la norma probabilistica, dunque?...

>> se puo` accadere che T(t,t0)|s,e>=|s1,e1> (supponendo che sia
>> quello l'esito della misura).
>Certo che non puo'!

Mi scuso per aver scritto cose ovvie, ma volevo essere certo
di non essere frainteso, come spesso mi accade.

>Ma poi, l'eq. di evoluzione e' deterministica: quindi come potrebbe
>essere che qualche volta arrivi a |s1,e1> e altre volte a |s2,e2> ?

Lo penso anch'io ed ero tentato di scriverlo, ma poi mi e`
sovvenuto che non avrei avuto modo di sostenere il punto con
il necessario rigore. Cosi' su due piedi non saprei come
dimostrare l'impossibilita` che il diverso esito della misura
possa dipendere dallo stato |s>. In fondo, nessuno ha mai
potuto predisporre uno strumento di misura nello stesso
esatto stato quantistico due volte di seguito per vedere se
per caso l'esito della misura diventava deterministico. Stesso
discorso per eventuali microdifferenze nello stato |e>. Poco
plausibile, lo so, ma ho preferito evitare l'argomento visto
che mi sembrava ce ne fossero di piu' consistenti.

>Perche' "per Everett"? Questo accade per chiunque, se ammette che
>l'evoluzione temporale sia lineare.

Che sia lineare *sempre*, direi lo ammetta solo Everett (e
sostenitori). A dir la verita` ci sarebbe anche Bohm ma nel
suo caso bisognerebbe fare un discorso a parte (altra roba
stranota, naturalmente).

Ciao
Paolo Russo
Received on Mon Jun 17 2002 - 23:12:26 CEST

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