> > Quello
> > che mi chiedo e', in condizioni "statiche", cioe' dopo che il magnete
> > e' gia' fermo sulla lastra conduttrice, continua ad esserci una
> > leggerissima corrente (stavolta a spese del campo magnetico) ?? Una
> > corrente naturalmente debolissima, inavvertibile direttamente,
> > avvertibile solo indirettamente proprio grazie al fatto che,
> > eventualmente in tempi molto lunghi, il magnete si smagnetizza. Quello
> > che mi chiedo e': un effetto del genere e' noto esistere ed e noto che
> > dipende dalla conducibilita' della lastra in una data maniera?
>
> Scusa il ritardo nella risposta, non avevo visto il tuo reply.
>
> Se l'induzione cambia, allora c'e` una corrente indotta. Se questo abbia
> effetti sulla "velocita`" di smagnetizzazione del magnete non lo so.
> Direi di no, visto le grandezze in gioco, ma e` solo una senzasione.
> Accidentalmente non so neanche perche' un magnete permanente si
> smagnetizzi, ho sempre pensato a un effetto dovuto all'agitazione
> termica e altri stress meccanici, ma non ho mai approfondito.
>
> Ciao
Mi verrebbe quasi da pensare che la presenza degli elettroni di
conduzione esterni potrebbe avere una qualche influenza sul fenomeno,
si sa molto poco delle dinamiche ferromagnetiche. Weiss fece l'ipotesi
sulla base di risultanze fenomenologiche dell'esistenza di una
termodinamica dei domini. Heisenberg previde con l'ausilio
dell'interazione di scambio l'esistenza della coalescenza,
Bloch tratt� per primo completamente la teoria riuscendo a valutare
la magnetizzazione di saturazione dei domini.
La valutazione delle lunghezze di correlazione temo sia molto difficile.
Anche perch� emergono possibilmente intricate strutture topologiche
in rapporto alla struttura specifica del materiale che ospita il
fenomeno. E' possibile che l'aumento degli elettroni di conduzione
fluidifichi la dinamica di scorrelazione? Hai qualche evidenza a
sostegno di questa ipotesi?
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Received on Wed Jun 19 2002 - 18:29:45 CEST