gianni morando wrote:
>
> Certo non � facile capire il concetto principale di velocit� relative,
> perch� i pregiudizi scolastici e post-scolastici sono muri di piombo.
> Intanto ho abbandonato da un pezzo la Vd che non mostra le differenze
> dimensionali ... quindi basta con la Vd.
Uno dei problemi e` che la locuzione "velocita` relativa" e` gia` usata
in fisica. E quindi sarebbe opportuno trovare un altro nome (velocita`
specifica?).
> Se costruiamo un orologio a quelle dimensioni (in qualsiasi modo)
> "scalando" solo le dimensioni, il tempo scorre pi� velocemente.
> Possiamo anche sostenere che il tempo si contrae.
No, questo e` semplicemente sbagliato. Nel mondo che conosciamo, il
tempo e` definito come ben sai, e se non trovi degli atomi di cesio piu`
piccoli, il tempo resta sempre lo stesso. Se costruisci un orologio a
pendolo piu` piccolo, il periodo diminuisce, e se non cambi i rapporti
degli ingranaggi hai fatto un orologio che non funziona (=non e` un
orologio). (BTW avevo dimenticato gli orologi a pendolo. Se li scali
accelerando solo con la radice quadrata del fattore per cui hai diviso
le dimensioni)
> Se facciamo raffreddare una pentola, quella "scalata" dei nanetti si
> raffredda subito.
Questa frase, se non quantificata, non ha senso. Fai un modello
termodinamico e poi fai i conti. Stai cercando di definire due unita` di
tempo, e poi cadi nell'errore banale di non specificare con che scala di
tempi definisci il subito.
> In questo thread ho voluto trasportare i concetti della relativit�
> dimensionale alla velocit� della luce. Mi sono imbattuto in qualche
> difficolt� concettuale, ma alla fine ho dovuto constatare, ancora una
> volta, che le dimensioni stanno alla base di ogni fenomeno fisico.
Quello che ho constatato io e` che hai detto svariate cose non corrette.
> Nel caso delle onde em, credo di aver dimostrato che se si fa
> riferimento alle "velocit� relative", che rappresentano le velocit�
> come sopra definite, si scopre che queste, nelle sorgenti in moto, si
> sommano e sottraggono come nella fisica classica.
Non hai bisogno di definire le velocita` relative. Anche con quelle
classiche puoi fare la somma e la differenza, non cambia assolutamente
nulla. Quello che succede e` che la natura non va con la somma
galileiana delle velocita`.
> Se consideriamo
> invece le velocit� convenzionali avremo "l'effetto Doppler".
Detto diversamente: se si fanno i conti giusti si trova il risultato
della misura sperimentale, se si fanno i conti sbagliati no :-)
> Certo qualcosa di diverso deve esserci e questa diversit� sta proprio
> nel tener conto delle "dimensioni relative" che vanno misurate con
> "unit� di misura relative".
Devi specificare due cose.
1) Come se misura la velocita` relativa. Se una grandezza non e`
misurabile, neanche indirettamente, non e` una grandezza fisica.
2) A cosa serve la velocita` relativa. Non serve a trovare neanche
l'effetto doppler: ha qualche altro utilizzo?
Ad esempio posso definire una velocita` Vk che e` la radice quadrata
della frequenza e ha come unita` le parasanghe per lunazione (ps/ln).
Poi aggiungo che quando due onde e.m. si incontrano, le loro Vk si
sottraggono.
Allora ho due segnali, uno a 1 MHz, l'altro a 2 MHz. Le due Vk sono 1000
ps/ln e 1414 ps/ln. Se queste due onde si incontrano (ad esempio
viaggiano lungo lo stesso cavo) ho una Vk complessiva di 414 ps/ln.
Ha qualche senso quello che ho detto? No, perche' non ho specificato
come misurare Vk, non ho detto a cosa serve Vk. Sto solo giocando con i
numeri. Accidentalmente la Vk spiega l'interferenza distruttiva: se ho
due segnali alla stessa frequenza, ho la stessa Vk, e quindi si
annullano :-)
non rispondere alla Vk, lo so che sono delle fesserie. Pero` prova a
pensare in che cosa differisce (metodologicamente) la velocita` relativa
da Vk.
--
Franco
Wovon man nicht sprechen kann, dar�ber mu� man schweigen.
(L. Wittgenstein)
Received on Thu Jun 06 2002 - 23:55:13 CEST