Re: analisi armonica suono orchestrale

From: pcf ansiagorod <eelon.isthebestELIMINAMI_at_libero.it>
Date: Mon, 27 Dec 2021 17:12:02 +0100

> che sappiate, esiste qualche SW che, mediante un passaggio di
> decomposizione armonica di un "pezzo", un brano, e
> ricomposizione delle stesse basata su campionario opportuno
> (un database di suoni di singoli strumenti che facciano tutte
> le loro note), riesca a tramutare un waveform campionato
> digitale in una partitura strumentale ?
> grazie di ogni spunto
>
> P.S. non so se mi sono saputo spiegare

Ti sei spiegato perfettamente e molti musicisti venderebbero
l'animo a Satana per avere questo tipo software. Anche
arrangiatori molto bravi hanno difficoltà a mettere su carta
(virtuale, ormai) una parte più o meno grande di quello che
sentono. Tipico esempio è Porgy and Bess, partitura tutt'ora
blindata e irreperibile se non per teatri e orchestre che la
vogliono rappresentare o eseguire. E' scritta in modo così
ingegnoso che in certi passaggi non si sa quale strumento stia
suonando cosa e ho un paio di amici, peraltro bravi bravi che
la cercano da una vita.

Dato che in questo periodo della mia vita invece di bere
arrangio per dimenticare :DDDDDDDDDDDDD ho fatto una ricerca
abbastanza estesa su gruppi e chiedendo ad amici. Credo che se
esistesse qualcosa di veramente utile lo saprei. Esiste un
software o due (uno dei due è solo un servizio online) ma
funziona(no) solo su cose che anche uno studente dopo tre mesi
di studio di dettato musicale potrebbe benissimo scrivere senza
software.

Il motivo della difficoltà è che lo spettro del singolo
strumento conta poco o almeno non in modo preponderante (*). Se
la memoria non mi inganna sono stati fatti esperimenti facendo
ascoltare diversi strumenti uniformando la legge di decadimento
(sennò un organo contro un triangolo è vincere facile) e
tagliando i primi millisecondi. Ebbene all'ascolto è facile
confondere un flauto con un pianoforte o poco ci manca. Avrai
intuito che quello che il cervello 'sente' per riconoscere lo
strumento è in una certa misura il transitorio e quello è
veramente un osso duro per un algoritmo (*)

Ma non finisce qui. Un bravo orchestratore fa di tutto per
impastare gli strumenti quando serve, e serve spesso. Se si
scrive anche solo con una bravura media (per tacer di uno
bravo), una linea melodica si può per esempio affidare ai
tromboni e da una certa altezza al di sopra o al di sotto di un
limite conveniente si 'passa' la melodia ai corni. A loro volta
i corni sono un capitolo a sè, sono praticamente N (con N=1 per
il corno naturale) strumenti in uno e l'abilità di chi scrive
ed esegue è non farlo sentire (*). Ma un software lo deve
discriminare perché a seconda del registro cambia la chiave di
notazione. Corni a parte, il buon orchestratore fa suonare come
un solo strumento interi gruppi. Ovviamente dove serve si cerca
il contrastro ma bastano i passaggi a coda di rondine tra le
sezioni a confondere persino un orecchio esercitato. Per un
software non ne parliamo nemmeno.

Per i raddoppi, frequentissimi dato che con cinque suoni si
spiega quasi ogni fatto armonico e melodico e un'orchestra ha
ben più di cinque strumenti, peggio mi sento. E gli unisoni
anche peggio; nel primo caso sono comuni tutti gli armonici a
meno dell'ottava, nel secondo sono proprio tutti; certamente
l'informazione per dirla à-la-Hofstadter è tutta nella funzione
del tempo che esce dagli altoparlanti e quindi in linea di
principio deve essere ricavabile, ma distinguere quanto del
singolo armonico sia attribuibile a quel dato strumento è
davvero fuori questione almeno al momento.

Per una serie di motivi estranei al tema del gruppo, credo che
questo software non esisterà mai (in sostanza: chi è bravo non
ne ha bisogno, chi ne avrebbe bisogno è una piattaforma di
acquirenti troppo ristretta per giustificare gli investimenti).



(*) affermazioni di cui non sono molto sicuro.
Received on Mon Dec 27 2021 - 17:12:02 CET

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