Re: Principio di equivalenza

From: Luciano Buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Tue, 23 Apr 2002 09:25:51 +0000 (UTC)

"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
news:3CC461F6.DBD6551_at_mclink.it...
(cut)
> No, la situazione e' diversa da quella della signorina...
> Qui non conta che la differenza sia piccola, ma che la puoi rendere
> piccola a piacere, restringendo la regione di spazio-tempo in cui
> lavori.
> Esattamente come una superficie curva regolare puo' essere approssimata
> bene quanto si vuole con una porzione di piano, pur di limitarsi a un
> intorno suff. piccolo di un punto.

Quel che si dice "perdere informazione".

> Come ti ha fatto notare Valter, questa proprieta' della gravita' non e'
> affatto banale, per cui il pr. di equivalenza ha significato (dice
> qualcosa sulle proprieta' fisiche del mondo) e ha anche una definizione
> precisa.
Sulla definizione precisa non discuto: il passaggio al limite �
operazione rigorosamente definita. Ribadisco per� che non mi � chiaro
come si possano acquisire maggiori informazioni sul mondo fisico con un
procedimento finalizzato per sua natura a perderne.
(cut)>
> > Scrivevi nel primo post che*a tutti gli effetti* le due situazioni non
> > sono distinguibili, ...
> Infatti: ma non intendevo a qualunque distanza e per qualunque
> intervallo di tempo; intendevo per qualunque tipo di esperimento.
L'irrilevanza di ci� � stata gi� chiarita: nell'esperimetno mentale non
mette conto chiedersi se una rilevabilit� strumentale � realmente
possibile: nessuno, per esempio, si sognerebbe di andare a misurare il
rinculo del bordo della fenditura nell'esperimento suggerito da Einstein
versus Einsemberg per dimostrare che si pu� avere informazione
contemporanea pi� precisa su impulso e frequenza.
Mi pare invece che un PE serio debba intendere quel "a tutti gli
effetti" in senso matematico e teorico, non "per qualunque tipo di
esperimento".
> > ... ed ora poni (cosi' come ha fatto Moretti) delle
> > pesantissime condizioni, per cui l'ascensore di Einstein diventa cosi'
> > piccolo che non mette conto parlare di astronauti, soffitti, paviemetni
> > e molle. Gli effetti sono, mi pare, alquanto ridotti.
> A questo abbiamo gia' risposto.
> Non sono affatto ridotti: sono la scoperta di Galileo generalizzata a
> qualunque fenomeno fisico!
>
> > Vorrei che tu ammettessi allora coerentemente che e' ora di finirla con
> > quella "volgarizzazione", che si trova in tutti i libri: affascinante ma
> > falsa. Ci era forse cascato lo stesso Einstein? Ti risulta che egli
> > abbia considerato l'effetto mareale in campo gravitazionale?
> Non capisco che cosa dovrei ammettere, per cui non parlo senza prima
> consultare un avvocato :-))
Scusami: solitamente tu metti in guardia contro divulgazioni e
volgarizzazioni, riducendo a ben poco il nucleo di conscenza accertata e
seria.:-). Per questo ti apprezzo molto, ma ne va della credibilit� del
resto della comunit� scientifica.
> Quanto ad Einstein, non so, ma non m'importa molto. Se noi oggi abbiamo
> capito la RG un po' meglio di lui, non ci trovo niente di strano: e'
> sempre successo...
Quindi, secondo quanto ti risulta, questo discorso del "limite locale"
della validit� del PE ad Eistein non era noto...
>
> > Tanto meglio: ora la differenza tra campo gravitazionale e stato di
> > accelerazione diventa ancora piu' marcata. Se la molla appesa al soffitto
> > della casa ancorata al suolo si allunga di piu' (rispetto all'ipotesi di
> > a costante),...
> Come di piu'? g decresce con l'altezza...
>
> > ... quella attaccata a prua della capsula in moto accelerato si
> > allunga, (rispetto alla stessa ipotesi) di meno. Tu mi stai dicendo che
> > anche nel secondo caso abbiamo un "effetto mareale", dovuto alla
> > contrazione di Lorentz: ...
> Se vuoi...
>
> > ...ebbene se nel primo caso si trattava di
> > trazionema reale, che provocava allungamento, in questo abbiamo
> > schiacciamento mareale, che provoca occorciamento.
> No: vanno nello stesso senso.
Per chiarire meglio quanto intendevo dire mi riferisco alla simulazione
del moto inerziale in un campo.
Prendiamo l'ascensore in caduta libera in campo gravitazionale.
La molla appesa la soffitto si allunga per effetto mareale, essendo che
alla sua estremit� superiore g � pi� basso che all'estremit� inferiore.
(Naturalmente si allungherebbe per effetto mareale tutto l'ascensore, la
cui struttura per�, nell'esperimento mentale, avremo supposta
assolutamente rigida. Tutto il resto si comporta come se l'ascensore
fosse fermo (o in moto rettilineo uniforme)nel vuoto di campo.
Resta per� l'allungamento della molla, che falsifica l'affermazione
dell'equivalenza tra i due stati: nel moto rettilineo uniforme o nello
stato di quiete la molla non si allunga.
Se tu introduci ora la contrazione di Lorentz, dovuta al moto (si
intende nel seocndo caso), la differenza tra i due stati (la caduta
libera in campo e moto rettilineo uniforme) si accentuer�, poich� nel
secondo la molla, con tutto l'ascensore, si sar� accorciata rispetto
allo stato di quiete dell'ascensore.
> Ma non mi sembra cosi' importante.
Certo, non lo � dal punto di vista sperimentale, perch� irrilevante in
quanto irrilevabile (e irrivelabile).
Ma siamo sempre li: e la teoria?
Ciao.
luciano Buggio
http://www.scuoladifisica.it
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> Elio Fabri
> Dip. di Fisica "E. Fermi"
> Universita' di Pisa
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