Re: Ricerca didattica

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: Wed, 05 Dec 2001 23:58:13 +0000

Elio Fabri wrote:
...
> 1. "Miglior divulgazione possibile"?
> Termine non definito. Secondo me o e' possibile una divulgazione, o non
> lo e'.
> Divulgazione dovrebbe significare presentazione rivolta a persone che
> non soltanto non sono specialiste, ma che per di piu' non hanno una base
> scientifica sufficientemente solida ed estesa.
> Per intendersi: uno che abbia studiato fisica al liceo, e magari non se
> ne sia piu' occupato (nel senso di studiare) da una decina d'anni.
> Bene: la mia tesi e' che questa divulgazione e' semplicemente
> impossibile con la fisica dell'ultimo secolo (e forse anche di piu').
> Tutta quella che si fa non e' "la migliore possibile": e' una pericolosa
> mistificazione. Pericolosa per tutti: per chi la subisce, ma
> indirettamente anche per noi che nel campo ci lavoriamo, e vediamo
> formare un'immagine del tutto distorta del nostro lavoro.

Elio, nel tuo intervento hai detto molte cose giuste e comunque tutte
stimolanti.
Vorrei pero' fermarmi sul tuo primo punto perche', pur comprendendo e
parzialmente condividendo lo spirito di quello che dici, mi sembra che
tu ti metta in una posizione un po' estremistica sull' argomento.
In sostanza quello che dici tu e' che non si puo' fare divulgazione
(cioe' presentare in modo comprensibile per la persona con una
preparazione culturale generica ma non uno specialista) la fisica del
'900 ( e forse piu' come aggiungi).

Mi sembra decisamente eccessivo. Se tu stesso portassi alle estremme
conseguenze di coerenza il tuo punto di vista credo che non potresti
avere alcuna informazione di nulla di cui non seguissi corsi
universitari o post-universitari.

E' indubbiamente vero che per avere un' immagine non distorta della
meccanica quantistica e' necessario un notevole background di fisica
classica e di matematica. Tuttavia io non vedo un mondo bianco-nero in
cui o si e' esperti di MQ a livello di Messiah, Landau etc. o niente. E'
chiaro che certe divulgazioni per difficolta' intrinseche, per
pressappochismo o per disonesta' intellettuale sovrasemplificao o peggio
falsificano certi argomenti. Ma... siamo sicuri che questo sia
necessariamente un male da aborrire a costo di ignorare anche l'
esistenza di certe scoperte ? Io credo fermamente di no.

Il vero problema secondo me e' l' uso che si fa della divulgazione e del
modo con cui questa viene presentata (e qui, per esempio il ruolo della
scuola potrebbe essre grandissimo). Non so tu. Io ho scoperto che la
fisica era un' avventura del pensiero entusiasmante leggendo libri di
divulgazione. Buona, cattiva, poco importava a quindici anni ho
cominciato a divorare tutto quello che avesse attinenza con la fisica (e
matematica). Praticamente senza guide, da completo autodidatta (avendo
fatto il classico, la fisica l'ho incontrata a scuola 2 anni dopo). Ho
sbattuto il naso contro libri troppo oltre il mio livello e ho letto
divulgazioni terra terra. Biografie e divulgazioni "biografate" (ma
secondo me a livello di suggerire motivazioni i "Trent' anni che
sconvolsero la fisica" di Gamow e' difficilmente superabile). C'erano
anche i libri di divulgazione fatti veramente male ovviamente. Anche
quelli fatti da scienziati di primo livello. Qualche volta me ne
accorgevo anch' io.

Il mio punto di vista all' epoca pero' non era che la lettura del
"Significato della relativita'" mi permettesse realmente di comprendere
la RR. Semplicemente mi dava delle informazioni, in parte visibilmente
incomplete, che pero' si agganciavano a quello che sapevo. Mi davano una
"lista di cose da capire meglio".
Ricordo una descrizione "romanzata" della superconduttivita' da cui mi
era chiaro che non ero in grado di capire la spiegazione teorica (le
coppie di cooper che si danno la mano puo' essere un' immagine simpatica
ma indubbiamente non spiega molto) ma intanto avevo letto varie cose
interessanti sulla fenomenologia. Avevo una prima informazione sul fatto
che si possono avere correnti persistenti senza dissipazioni.

Non credo che questo sia male. Soprattutto poi se penso che in settori
che non sono quello del mio lavoro mi trovo tuttora nella stessa
identica situazione di quando avevo 15 anni. Se leggo libri divulgativi
sull' analisi musicale, sulla linguistica comparata, sulla biologia
molecolare o sull' economia politica mi piace cercare di seguirli.
Anche qui mi rendo conto che c'e' un oceano di conoscenze e competenze
che mi mancano per poter collocare nella giusta prospettiva ancora prima
di utilizzare certi concetti. Tuttavia sono grato a chi cerca di rendere
accessibili queste conoscenze.

E allora non vedo perche' lo stesso non possa valere (con tutta la
coscienza della difficolta' dell' impresa) anche per la fisica. E non
credo proprio che ci sia una "specificita'" della fisica a riguardo.

L' unica cosa che non funziona e' la disonesta' di chi divulga
scorrettamente (senza cioe' dire chiaramente quali sono i limiti della
divulgazione) e la presunzione di chi legge ( o guarda un programma
televisivo ) e ritiene di avere capito tutto.

Ma questi sono problemi che si incontrano anche al di fuori dell' ambito
della divulgazione.

Ciao

Giorgio
Received on Thu Dec 06 2001 - 00:58:13 CET

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