Il 04/03/22 20:37, condor pasa1 ha scritto:
> Ciao,
> col vostro aiuto spero di poter comprendere meglio l'argomento della circuitazione.
> Aprendo questo link :https://www.chimica-online.it/fisica/circuitazione-del-campo-elettrico.htm
>
> L'autore scrive : immaginiamo di dividere la linea L in un numero n molto elevato di piccoli tratti ognuno di lunghezza ∆1, ∆2, ∆3....∆n in modo da poter considerare il campo elettrico uniforme......per ogni tratto infinitesimo.
> Associamo ad ogni tratto ∆l il relativo vettore spostamento associato al movimento lungo la linea orientata.
>
> Si definisce circuitazione lungo la linea L la somma di tutti i prodotti scalari tra ogni vettore campo elettrico misurato nell'i-esima parte in cui è stata suddivisa la linea L e il relativo vettore spostamento.
>
> Questa cosa come l'ho capita e come non l'ho capita....
> Dunque ho una linea chiusa L dove scorre corrente elettrica (ho capito bene? oppure già dall'inizio sono partito male ?)
Partito male :-)
La linea è una linea geometrica. Nessun bisongo che scorra corrente.
....
> L'articolo poi prosegue scrivendo : consideriamo una carica di prova q che percorre la linea chiusa orientata L immersa in un campo elettrostatico. Per ogni tratto infinitesimo in cui si suddivide la linea L, la carica q subisce la forza elettrica pari al prodotto della carica per il valore del campo elettrico in quel tratto.
>
> Cosa significa tutto questo ? Boh !
>
>
> Se nella linea chiusa L abbiamo già detto che circolava corrente da dove sbuca fuori questa carica q ? Circolando corrente non c'erano già tantissime cariche q che giravano nella linea L ?
Appunto. Non c'era nessun conduttore. C'e' una sola carica q che serve a
evidenziare la presenza del campo elettrico. Ha lo stesso ruolo della
carica di test che viene introdotta per definire il campo elttrico. Di
fatto nell definizione di circuitazione la carica q NON entra
esplicitamente.
> Nel filo circola corrente ed attorno ad esso si forma un campo elettrico, bene.
Non ci sono fili e non ci sono correnti. E neanche campi magnetici
(almeno per quel che riguarda il calcolo dell circuitazione di E.
> Poi perchè devo dividere la linea L in tanti tratti infinitesimi ?
Per poter parlare di quantità "locali" ben definite. Il campo è definito
in un punto e in genere varia nello spazio. Parlare del campo in
corrispondenza di tutta la linea non ha senso: a punti diversi della
linea, in generale corrispondono valori diversi del campo.
> Se la circuitazione Cl(E) = E₁*∆₁+E₂*∆₂..... e i valori di E sono uguali lungo tutto il filo cosa cambia se (per fare un esempio) E = 3 N/C ed i tratti ∆l
> invece di renderli infinitesimi li calcolo come (esempio) 10cm ?
Ha senso farlo solo se le variazioni spaziali del campo sono
sigificative su una scala spaziale abbastanza maggiore di 10 cm.
Infinitesimo in questo contesto significa semplicemente "piccolo
rispetto alle ditanze su cui ci sono variazioni importanti del campo
elettrico".
....
> Praticamente vi sto confessando che non ho capito un cavolo.
Forse un buon libro liceale potrebbe dare informazioni più strutturate e
complete di una pagina web.
Giorgio
Received on Sat Mar 05 2022 - 23:54:11 CET